IL Precariato: è un illecito nel privato, ma quando il Precariato è di Stato, allora cosè?
Ritengo, dopo aver parlato a telecamere spente, con l'attuale sottosegretario al lavoro Rinaldi e con l'ex sottosegretario Sacconi, che la situazione, per noi è molto, ma molto complessa, sopratutto se guardiamo un poco più avanti nel futuro, la scadenza della proroga per il passaggio del catasto ai comuni; fine febbraio 2006.
Sono stato contattato dalla redazione di RaiTre per partecipare ad una trasmissione in diretta televisiva, che aveva come tema della giornata il Precariato.
Ho ritenuto importante evidenziare in primo luogo il caso della vedova del nostro compianto collega Pasquale Pellegrino, la quale, pur avendo avuto, con rapidità, da parte del nostro Ente, una liquidazione di 21 mila euro, di cui 14 mila bloccati dal Giudice Tutelare dei minori, in quanto ha due bimbe piccole e la più grande compie tra poco 8 anni; sopravvive con una pensione di 208 euro mensili e la carità di parenti ed amici. Questo perchè all'Agenzia non si ritenuto necessario stabilizzare la moglie di un lavoratore che aveva riposto la sua fiducia nel lavoro che aveva avuto e per il quale ha sacrificato la sua vita. Ricordiamo che Pasquale Pellegrino, precario LTD in servizio all'UP di Napoli, viveva con angoscia, come molti di noi, gli ultimi giorni di ogni anno, a partire dal 1998, infatti solo negli ultimi due o tre giorni di dicembre arrivava la fatidica proroga da Roma. Quell'anno in particolare, dopo un periodo di intenso e duro lavoro, si vennero a configurare condizioni nuove ed inaspettate, per il povero Pasquale. Quelle condizioni, improvvisamente modificate, andarono a modificare inesorabilmente il suo equilibrio precario; erano le condizioni per cui lui aveva una speranza in più nel futuro, e lui le perdeva tutte e di colpo.
Ma riallacciandomi sulla questione del Precariato e posto fisso, ho avuto la possibilità di intervenire, durante la trasmissione in cui ho partecipato diretta su rai tre, (SU ESPLICITA RICHIESTA RAI E NON SU MIA INIZIATIVA) con alcune mie dichiarazioni e domande, nel discorso che si era intavolato tra il presentatore Mirabella, il sen. Sacconi ed il sottoseg. al Lavoro Rinaldi.
Nel richiedere con forza un intervento a SANATORIA, da parte del Governo, non ho dimenticato di ricordare che l'attuale Ministro Di Pietro, quando era euroParlamentare aveva presentato interrogazioni al Parlamento Europeo, dal titolo Eterni Precari. Ho messo inoltre in evidenza la palese dissonanza tra le affermazioni dei due esponenti politici, in trasmissione, e quanto accadeva nella realtà. Infatti i due politici, sembrava, per certi versi,che si fossero messi d'accordo, evitavano artatamente di parlare di precariato nel pubblico impiego, privilegiando il discorso del privato. Parlavano con tranquillità del fatto che il precariato era un'illecito; e sono rimasti sbigottiti alla domanda che ho posto proprio in relazione all'illecito che compie ilo Stato avendo sfruttando molti precari....
E' inutile dirvi che hanno glissato la domanda, rispondendo altro.
Si vedrà nel filmato, posto più sotto, il mio sguarda arrabbiato, quando non hanno risposto.
Ma comunque, una volta spente le telecamere, ho avuto modo di chiedere spiegazioni: mi è stato risposto da ambedue i politici, che per entrare nel Pubblico Impiego ci vuole un concorso (art. 97 della costituzione), allora io ho spiegando che tale articolo prevede deroghe, se non altro cosa mi rappresenterebbe il decreto per gli ex colleghi della Protezione Civile, e inoltre ho chiesto loro come avrebbero fatto a giustificare, a milioni di cittadini italiani, proprietari di immobili, che l'imponibile sul quale pagano le tasse immobiliari, è stato determinato da un lavoratore che ancora deve essere valutato dallo Stato per svolgere quei compiti e quelle mansioni istituzionali, che oramai sono nostri dal 1998.
Il video della trasmissione di Rai Tre, cominciamo bene estate, il 16 giugno 2006, a cui ho partecipato insieme al collega Francesco Sarnataro ed alla vedova di Pasquale Pellegrino Annamaria Palmiero. Condotta da Mirabella insieme ad una gentile presentatrice di nome Arianna, ed intitolata: Cominciamo bene l'estate (mattina).
Affinchè lo possiate vedere per intero, bisogna pazientare un pò perchè é grandicello, circa 30 Mb.
Amici cari, LTD ed OO.SS. Confederali, a questo punto ritengo che non sia più possibile indugiare, lasciando spazio ad ambiziose e pericolose iniziative, sopratutto per i LTD del Catasto; iniziative il cui unico scopo, abilmente mascherato da una facciata costruita ad ok, "risoluzione del precariato e riqualificazione" è quello di fare tessere sindacali, ovunque e comunque.
Bisogna necessariamente porre in essere iniziative serie, volte ad affermare la necessità di trasformare i LTD in LTI, per il rafforzamento dell'agenzia del territorio, per la lotta all'evasione ed all'elusione fiscale, per la revisione degli estimi e per la perequazione delle rendite immobiliari, considerato sopratutto le attività istituzionali che svolgono, il tempo da cui le svolgono (dal 1998) e sopratutto le modalità con cui furono reclutati (molto prossime ad un concorso, con corsi e prove finali di verifica).
Vi invito pertanto a valutare seriamente questo appello.
Ho riportato il lungo articolo, di cui sotto, per fornire uno spunto di riflessione......
Tal volta le cose le abbiamo avanti agli occhi e non le vediamo; ma e mai possibile che in Italia è necessario recuperare l'evasione fiscale catastale e contemporaneamente perequare le rendite fiscali e c'è del personale preparato e professionalmente adeguato a ciò che non viene stabilizzato?
Visto su Repubblica Online (17 giugno 2006), al link:
http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/economia/conti-pubblici-7/studio-uil-ici/studio-uil-ici.html
Da un'indagine su 104 capoluoghi di provincia si conferma la tendenza al graduale spostamento dei Comuni verso le aliquote più alte Uil, Ici 'media' a 142,07 euro
Ma c'è chi paga fino al quadruplo e pagherà ancora di più dopo la rivalutazione delle rendite, "Chiediamo una politica a favore dei dipendenti e dei pensionati"
di ROSARIA AMATO
ROMA - E' passata dai 189,77 euro del 2005 ai 192,89 euro del 2006 in media l'Ici nei Comuni italiani. I dati emergono da un'indagine della Uil riferita a 104 città capoluogo di Provincia, e si riferiscono alle case accatastate in A/2 (abitazione civile) di 80 metri quadri. Se si tiene conto anche delle case delle stesse dimensioni nella categoria A/3(abitazione economica e popolare) l'Ici scende in media a 142,07 euro. Un dato che però tiene conto di situazioni molto diverse: si va dai 468,50 euro di Bologna e dai 441,42 di Roma ai 39,47 di Cagliari e ai 19,90 di Reggio Calabria. Se si guarda alle città medie, in testa Rimini con 383,95 euro, seguita da Pisa con 355,90 euro e Verona con 338,90.
A unificare tutte le situazioni, però, sottolinea il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, che ha coordinato la ricerca, c'è sicuramente "il taglio degli stanziamenti operato negli ultimi anni dallo Stato alla periferia", che ha lasciato gli enti locali "a corto di risorse", costringendoli in qualche modo a rivalersi sulle imposte locali, a cominciare dall'Ici, che rappresenta, ricorda la Uil, la più grande fonte di finanziamento dei Comuni, "il 46% delle entrate tributarie locali".
Le stime della Uil indicano un gettito totale per i Comuni per il 2006 di 11 miliardi di euro di cui la metà verranno pagati con l'acconto del prossimo 30 giugno. Per quanto riguarda il gettito per l'Ici sulla prima casa i Comuni incasseranno circa 3,9 miliardi di euro equivalenti a più di un terzo dell'intero gettito (36%).
L'aliquota media applicata quest'anno per l'abitazione principale è del 5,10 per mille, mentre l'aliquota ordinaria è del 6,66 per mille; nel 2005 erano rispettivamente al 5,07 per mille e 6,60 per mille. Si conferma dunque la tendenza graduale, negli anni, a spostarsi verso le aliquote più alte.
"Su molte città - dice Loy - gli oneri di questo tributo, che agli italiani è sempre stato "antipatico", si sono appesantiti da un anno all'altro, nonostante che nelle ultime campagne elettorali si è a lungo dibattuto della sua abolizione, almeno per quanto riguarda l'abitazione principale".
In particolare, nel 2006 sei città hanno aumentato l'aliquota per la prima casa e cioè Genova (+0,2 per mille); Ascoli (+0,45); Pesaro (+1,20); Arezzo (+0,10); Caserta (+1,50); Catania (+1,10); mentre 9 città hanno aumentato l'aliquota ordinaria, a fronte di quattro città che hanno diminuito l'aliquota per l'abitazione principale (Sondrio, Alessandria, Lecce e Potenza).
Il rischio, segnala la Uil, è che le manovre fiscali e di bilancio sottraggano ancora risorse agli enti locali, che si rivarrebbero a questo punto ulteriormente sull'Ici. Non solo: un aggravio consistente potrebbe venire l'anno prossimo dalla riclassificazione degli immobili in base all'aggiornamento delle rendite catastali, previsto dalla scorsa finanziaria, "che potrebbe portare a consistenti aumenti dell'Ici sulla prima casa", osserva Loy.
Infatti, ricorda la Uil, ad oggi sono già 921 i Comuni che hanno richiesto la revisione, per microzone, degli estimi catastali all'Agenzia del Territorio, tra cui 13 città capoluogo di Provincia (Milano, Ferrara, Piacenza, Perugia, L'Aquila, Isernia, Bari, Foggia, Taranto, Vibo Valentia, Agrigento, Catania e Cagliari).
La rivalutazione delle rendite catastali è un'operazione di equità, ricorda la Uil, dal momento che molti immobili in periferia o in semiperiferia si ritrovavano con una rendita molto più alta di quelli di pregio del centro storico, che da tempo non erano sottoposti ad aggiornamento. "Spesso però i centri storici sono abitati da anziani, pensionati, e anche da lavoratori dipendenti: queste famiglie potrebbero trovarsi in condizioni di non poter pagare tasse molto più alte di quelle attuali - denuncia Loy - Ulteriori aumenti della pressione fiscale a livello locale sono intollerabili per i bilanci familiari, specie dei lavoratori dipendenti e pensionati i cui redditi insufficienti sono la vera emergenza del Paese".
A questo punto, aggiunge Loy, riferendosi anche alla manovra finanziaria in corso di preparazione da parte del governo, "Il dato di fondo è che quando si parla di questioni fiscali sarebbe corretto considerare tutti i dati che compongono il reddito familiare". "Per questo - conclude - chiediamo fin da oggi che sull'Ici si attui una politica di rimodulazione delle aliquote, aumentando le detrazioni sulla prima casa a favore del lavoratori dipendenti e pensionati monoreddito e con nuclei famigliari numerosi".
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