QUARANTAORE?..... Parliamone!
Basta poco per far scoppiare una scintilla, ma per ogni spauracchio ricorrere addirittura alla consulta di stato, ci sembra a dir poco esagerato...
I colleghi ci hanno chiamato preoccupati, tutti si sono attivati, comunicati, smentite e tanto altro ancora, dal tragico al comico.
Ma cosa c'è di vero?
Sarà mai così grave?
Certamente non ci arrendiamo subito ma...... Valutiamo: vi pare?
La prima cosa da fare è leggere le agenzie di stampa:
Pubblico Impiego: 40 Ore Settimanali? Sindacati In Rivolta
AGI
sabato 8 Febbraio 2003, 14:58
(AGI) - Roma, 8 feb. - Rivolta dei sindacati per scongiurare il rischio di un ritorno dei ministeriali alle 40 ore settimanali. Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, al ministro del Lavoro e al ministro della Funzione Pubblica per ottenere una convocazione urgente e chiedere il blocco immediato del decreto legislativo sull'orario di lavoro approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri. Il decreto, che recepisce la direttiva europea sull'orario di lavoro, prevede come tetto massimo le 40 ore settimanali e non prevede deroghe per il settore del pubblico impiego (se non alcune eccezioni), a cui sarebbero applicate le regole del privato anche per quanto riguarda gli straordinari e il riposo settimanale. "Il decreto legislativo coglie pretestuosamente l'alibi di recepire la direttiva europea per estendere a tutti i settori, pubblici e privati con poche eccezioni, le 40 ore di lavoro settimanali dal 2005 - afferma Nino Sorgi, segretario confederale della Cisl - perche' gli accordi contrattuali in essere sarebbero validi fino al 2004. In questo modo il decreto sottrae il diritto alla negoziazione. Senza nessuna trattativa, il pubblico impiego vedrebbe esteso l'orario con un decreto: siamo alla follia. Per questo chiediamo la sospensione del decreto e l'apertura di un tavolo di confronto".
Lavoro: Sacconi, Le 40 Ore Settimanali Sono Trattatbili
Di (Mea/Rs/Adnkronos)
domenica 9 Febbraio 2003, 11:30
Modena, 9 feb. - (Adnkronos) - Per il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, ''la norma delle 40 ore non cotituisce un pericolo per la contrattazione perche' la contrattazione piu' favorevole sara' sempre possibile''. Lanciando un invito rassicurante alle parti sociali, il sottosegratrio ha poi aggiunto: ''gia' la norma e' chiara, ma dal confronto con le parti sociali sara' possibile precisare ancora meglio il contenuto di questo testo''.
Pubblico impiego: Sacconi, 40 ore e' l'orario massimo
ANSA
2003-02-09 - 12:47:00
(ANSA) - MODENA, 9 FEB - Sulle 40 ore settimanali di lavoro 'si sta consumando l'ennesima tempesta in un bicchier d' acqua.Il decreto legislativo fissa il massimo,non il minimo'. Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi, precisando che restano in vigore i contratti e i principi piu' favorevoli al lavoratore: 'Nel pubblico impiego non cambia nulla'.
Poi gli atti, ovvero un comunicato del Governo in merito:
il Consiglio dei Ministri, nella seduta n.89 del 17 gennaio 2003 si è riunito, alle ore 18,10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi, Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.
Il Consiglio ha approvato il seguente provvedimento su proposta del Ministro per le politiche comunitarie, Buttiglione, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maroni, e del Ministro per la funzione pubblica, Mazzella:
- uno schema di decreto legislativo di recepimento di direttive comunitarie in materia di organizzazione dell'orario di lavoro, con ampi e significativi rinvii alla autonomia negoziale delle parti sociali che disciplinerà compiutamente la materia all'interno del quadro di indirizzo tracciato in adesione al dettato comunitario nei limiti temporali consentiti; vengono definite tra l'altro le nozioni di: orario di lavoro e la durata massima (48 ore in media alla settimana compreso lo straordinario), ferie (almeno quattro settimane all'anno), riposo (almeno 24 ore consecutive ogni sette giorni, di regola la domenica), lavoro straordinario, lavoro notturno e sua durata massima (l'idoneità va accertata da strutture pubbliche competenti), lavoro a turni; la disciplina è rivolta a tutti i settori di lavoro pubblici e privati (ad eccezione della gente di mare e del personale di volo dell'aviazione civile) e nel rispetto di specifiche disposizioni vigenti per le Forze armate, i servizi di protezione civile, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale di strutture giudiziarie, penitenziarie e con compiti di sicurezza pubblica. Sul provvedimento verrà acquisito il parere delle Commissioni parlamentari competenti.
Commentiamo:
Mettiamo il caso che ci venga trasformato l'attuale orario di lavoro di 36 ore settimanali e passato a 40 ore, ma, praticamente cosa accadrebbe?
Ad esempio se si osserva il turno di 7,12 ore giornaliere, entrando in servizio ogni giorno alle 7,30 e smontando dallo stesso alle ore 15,12, questo si trasformerebbe in 7,30 - 16,00.
Tutto ciò potrebbe comportare un aumento netto, in busta paga, (parlo del VI livello area B3) di circa 100-120 euro mensili.
Mica male?
E' chiaro che questi soldi in più devono essere stanziati ex novo dal Governo e non presi dalle somme già spettanti per contratto ai lavoratori.... Vi pare?
Quello che ho scritto è solo uno spunto di riflessione, un idea e non una mia personale convinzione, anzi io sono dell'avviso che è necessario aumentare gli stipendi e contestualmente diminuire l'orario di lavoro.....
Comunque si accettano suggerimenti, pensieri, osservazioni e proposte in merito.
Mentre tutti si affannano sulle 40 ore viene presentato il Libro Bianco 2003 sul lavoro e sopratutto viene approvata la delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, A.S. 848-B, che tratteremo nel prossimo aggiornamento.
Presentazione del Libro Bianco per il 2003 sul mercato del lavoro.
Fonte: Ministero del Lavoro e della Politiche sociali.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Roberto Maroni, e il Sottosegretario con delega alle Politiche sociali Grazia Sestini, hanno presentato il 4 febbraio 2003 alle Parti sociali prima, e alla stampa poi, il Libro Bianco sul Welfare, che contiene le linee guida della politica sociale del governo.
Lo scopo del Libro Bianco è di mettere a punto un quadro di riferimento per realizzare e rinforzare la coesione sociale del Paese.
Le politiche sociali devono oggi fronteggiare domande sempre più numerose e differenziate da parte dei cittadini. Una politica sociale realmente moderna non può più essere quella di un'offerta indifferenziata di prestazioni e servizi (eguali per tutti, su tutto il territorio nazionale). Occorrono misure flessibili, ritagliate sulle esigenze delle comunità territoriali e gestite con efficienza a livello locale.
Occorre dunque governare imponenti processi di trasformazione che implicano una riforma dell'intero sistema di welfare.
Il modello tradizionale di "Welfare State" ha prodotto sviluppo economico e coesione sociale all'interno di mercati aperti caratterizzati però da forte controllo nazionale. Un modello in crisi irreversibile soprattutto a causa della spesa sociale fuori controllo e della sempre più spinta mondializzazione dei mercati.
Nel vecchio modello, le politiche di protezione sociale, come le relazioni industriali, si definivano al centro.
A livello nazionale. Oggi invece si impongono rapporti cooperativi tra centro e periferia che puntano a favorire procedure decentrate e programmi-obiettivo.
Straordinari sono i cambiamenti istituzionali in corso.
Tanto a livello europeo - come le iniziative del vertice di Lisbona e la Carta dei Diritti Fondamentali - che a livello nazionale, soprattutto in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione.
Con il risultato di un significativo mutamento nei processi decisionali di formazione degli indirizzi e di allocazione delle risorse.
Una nuova domanda sociale sta emergendo chiaramente, destinata ad influenzare le politiche di domani. Consapevoli che bisogna governare processi di mutamento demografico che incidono sulle strutture di base del nostro Paese, ovvero sulla famiglia, sui modi in cui la solidarietà si esprime e si proietta, sui rapporti tra le generazioni e sulla concreta realtà della cittadinanza.
Questo Libro Bianco è il naturale proseguimento del Libro Bianco sul Mercato del Lavoro. La valorizzazione delle capacità lavorative della persona ed il conseguente innalzamento del tasso di occupazione assumono, infatti, un aspetto centrale nei percorsi di inclusione sociale.
Così come il concetto di società attiva è quello che entrambi questi documenti vogliono promuovere, attraverso profonde riforme strutturali del mercato del lavoro ed una robusta rivisitazione del sistema di Welfare.
Le idee presentate da questo Libro Bianco vanno proiettate sul medio-lungo periodo. In questo contesto, la proposta di varare un'agenda sociale costituisce non solo il riconoscimento della dinamica continua della materia e degli interventi proposti, ma anche della volontà del Governo di procedere secondo scadenze prestabilite, facendo in modo che i risultati siano trasparenti e facilmente verificabili da tutti.
Il Libro Bianco è possibile scaricarlo, clicca quì , mentre l'allegato statistico al libro bianco, lo scarichi cliccando quì .
Un abbraccio.