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dodici giugno 2001



Il nostro nuovo Ministro



On. Prof. Giulio Tremonti


Nato a Sondrio (SO) il 18 agosto 1947, il nostro nuovo Ministro ha 54 anni, egli è l'ex ministro delle Finanze del primo governo dell'On. Silvio Berlusconi.
Deputato di Forza Italia, già nel '94, avvocato e docente universitario esperto di questioni fiscali, è l'uomo dei conti e dei bilanci del governo di centrodestra.
Di recente ha detto che l'Italia prima di pensare all'allargamento ad Est dell'Unione europea deve occuparsi dei problemi del Mezzogiorno.
Con l'incarico conferitogli dall'On. Silvio Berlusconi, di ieri mattina, parte con la squadra di Governo della XIV legislatura dello Stato Italiano, con un delicato incarico, appunto quello di Ministro dell'Economia e delle Finanze.
A nome di tutti noi auguro all'On. Tremonti Buon Lavoro.

Federico Righi





Articolo apparso alla pagina 4 intitolato:

Ministri
Super, normali, junior: così nel nuovo governo


ROMA - Giuramento al Quirinale e poi tutti a Palazzo Chigi per la prima riunione del Consiglio dei ministri. La piccola carovana che si accomoderà oggi nella sala dove abitualmente si decidono ufficialmente le sorti del paese sarà guidata dal premier Silvio Berlusconi, dal vicepremier Gianfranco Fini e dal sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Insieme a loro avranno diritto di accesso nel salone dove si riunisce il governo 21 ministri: 12 titolari dei nuovi super dicasteri e 9 senza portafoglio, cioè titolari di ministeri privi di potere di spesa. E la prima cosa che faranno sarà l'approvazione di un provvedimento per allargare i membri del Consiglio, far posto ad altri due colleghi di categoria super, in modo da portare il totale dei membri del Consiglio a 26. In barba all'idea di Franco Bassanini, ex ministro della Funzione Pubblica e padre della riforma, di trasformare la struttura del governo sul modello europeo.
La vera grande novità del nuovo governo saranno però i 10 vice ministri o ministri junior che il governo si appresta a nominare. Una figura a metà fra il titolare di un dicastero e di un "vecchio" sottosegretario che Bassanini ha mutuato dall'organizzazione dei governi di Parigi e Londra. Per capire meglio il ruolo del ministro junior si pensi, per esempio, al super ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affidato a Pietro Lunardi. Il ministro, una volta insediato, può benissimo affidare ad un vice ministro la responsabilità dei Trasporti, occupandosi in prima persona delle Infrastrutture. E nel campo dei Trasporti il suo vice ha tutti i poteri di indirizzo politico. Concordati ovviamente con il ministro di "fascia A". La legge approvata dal governo uscente prevede anche che quando si affrontano problemi relativi alla delega ricevuta, Berlusconi può invitare il ministro junior a partecipare al Consiglio dei Ministri per riferire. Con diritto di parola, dunque, ma senza diritto di voto. In compenso il ministro junior ha il potere di rappresentare il paese all'Estero e di partecipare con pieni poteri alle riunioni degli organismi internazionali.
Resiste la vecchia figura del sottosegretario, contentino per molti che non sono riusciti a fare il grande salto verso un ministero. Ma la riforma Bassanini prevede anche nuovi organismi che possono diventare appetibili per molti: 11 agenzie. Organismi che assorbono poteri che erano dei ministeri e che dovrebbero occuparsi di questi settori: Protezione civile, Entrate, Dogane, Territorio, Demanio, Normative e controlli tecnici, Protezione dell'ambiente e servizi tecnici, Trasporti terrestri e infrastrutture, Formazione e istruzione professionale, Proprietà industriale, Industrie e difesa.
(si.bu)



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Articolo di Massimiliano Rella apparso nella pagina 21 intitolato:

Territorio: In Lombardia e Abruzzo nuove esperienze pilota

Il Catasto entra negli uffici di altri quattro municipi

Dopo i sei Comuni della provincia di Bologna, guidati da San Giovanni in Persiceto (si veda il «Sole-24 Ore del lunedì», Supplemento enti locali, del 2 aprile 2001), la sperimentazione sul decentramento del Catasto si estende ad altri municipi: da Nord a Sud, con tre centri partiti in sordina a metà maggio e una lista di città pronte ad accodarsi. Il 10 maggio è stato il turno di Avezzano e Sulmona, in provincia dell’Aquila. Sei giorni dopo, il 16, ha tagliato il nastro un piccolo Comune lombardo, Nova Milanese, seguendo l’esempio di Bollate, partito a metà marzo. Monza, inoltre, è pronta a partire — già nelle prossime settimane — seguita entro l’anno da nove poli: due in provincia di Rieti, quattro divisi tra Udine e Bari e gli ultimi tre rispettivamente a Cosenza, Cuneo e Novara. Quello che potrebbe essere il Catasto del futuro, decentrato e informatizzato, lo stanno sperimentando, quindi, 10 Comuni, tra le province di Bologna, Milano e l’Aquila. In queste ultime due la sperimentazione non è limitata alle funzioni di consultazione, ma permette ai tecnici di aggiornare la banca dati dei rispettivi Catasti (al momento solo quello fabbricati). Gli aggiornamenti — dai dati catastali alle intestazioni degli immobili — vengono effettuati in tempo reale tramite collegamento diretto. Prima del 10 maggio Avezzano e Sulmona erano connesse via Internet riuscendo a garantire a malapena, tra attese e interruzioni di linea, solo il rilascio di certificati e visure. Ora, invece, possono offrire un servizio quasi completo: rimane escluso l’aggiornamento del catasto terreni, prossimo a partire. Rispetto a Bollate e Nova Milanese i due poli abruzzesi operano come sportelli decentrati anche per gli altri Comuni della provincia. Con evidenti vantaggi per il cittadino: basti pensare che fino a poche settimane fa un abitante dell’Alto Sangro per fare una visura doveva recarsi fino all’Aquila, mentre ora può scegliere tra gli uffici comunali di Avezzano o Sulmona, un po’ più vicine. «Il nostro modello — spiegano alla direzione dell’Ufficio provinciale del Territorio dell’Aquila — non è solo quello dell’Agenzia. Dovremo valutare anche con i responsabili degli enti locali come ricondurre quest’attività nell’ambito del modello di decentramento prescelto dall’Agenzia. Senza per questo diminuire la qualità dei servizi che oggi offriamo al cittadino». I primi successi. Tra Abruzzo e Lombardia la novità interessa circa 230mila persone. Le sedi pilota abruzzesi (i dati sono riferiti al 28 maggio) nelle prime due settimane della sperimentazione hanno trattato con procedura Docfa 13 atti di aggiornamento relativi al catasto fabbricati (cinque a Sulmona e otto ad Avezzano). Complessivamente hanno effettuato anche 250 visure e 5 certificazioni. L’incasso medio giornaliero dei due poli oscilla tra il milione di lire (Sulmona) e il milione e duecentomila lire (Avezzano). Nel milanese invece, gli aggiornamenti effettuati sono 75, di cui 54 a Nova Milanese e 21 a Bollate. Anche il totale delle visure è più alto (779), ma c’è da considerare che il polo di Bollate ha attivato la sperimentazione il 16 di marzo, con un anticipo di due mesi sugli altri. In definitiva le sperimentazioni in corso, e quelle pronte a decollare, permettono all’Agenzia del Territorio (in collaborazione con Anci e Uncem) di raccogliere dati ed esperienze utili per analizzare costi, prestazioni e mettere a punto i percorsi di decentramento. «Con la progettazione — spiega l'Ing. Federico Cesaro, responsabile del progetto dell’Agenzia del Territorio — è prevista la redazione di un manuale operativo, in corso d’opera, che definisce le modalità per l’attivazione del piano di decentramento. E quindi le connesse linee guida per l’attivazione del processo». Il tutto in vista del definitivo passaggio di competenze a Comuni, aggregazioni municipali e Comunità montane.



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