Contact head

8

Mobbing le vittime sono un milione e mezzo

http://www.repubblica.it/online/societa/mobbing/mobbing/mobbing.html




Convegno a Roma su un fenomeno in crescita: colpisce il 6 per cento della popolazione attiva

Proposte di legge ferme in Parlamento, una sola struttura sanitaria adatta: l'unica arma sono le associazioni anti-molestie


------------------------------------------------------------------------
ROMA - Si nascondono nei ministeri più potenti come negli uffici comunali più sperduti, sono numerosissimi in ospedali, scuole, poste o banche, se ne trovano decine e decine perfino nelle sedi dei sindacati o di Confindustria. Un milione e mezzo di persone, secondo le associazioni nate per combattere il fenomeno, un milione e 200 nelle stime più prudenti di alcuni parlamentari: in ogni caso un esercito, quello dei lavoratori vittime del mobbing. Emarginati ingiustamente, trattati senza alcun riguardo, costretti a non far nulla o ad occuparsi di compiti inferiori alla propria qualifica; colpiti nella serenità, schiavi dello stress, facile preda di malattie psicosomatiche varie. 

E l'esercito continua ad ingrossarsi: secondo un'altra ricerca, il 6 per cento della popolazione attiva rientra nella categoria. E se le speranze di approvare uno dei provvedimenti legislativi presentati per prevenire e combattere il fenomeno (una proposta firmata da Giorgio Benvenuto ed altri è appena approdata in Commissione) non sono poi così certe, l'unica soluzione, per adesso, è riunire gli sforzi, combattere collettivamente, affidarsi al volontariato. A fronte di una giustizia lentissima e della presenza di un'unica struttura sanitaria pubblica adatta, sull'intero territorio nazionale, con sede a Milano. E con costi altissimi: c'è chi ha calcolato che ogni impiegato mobbizzato fa spendere alla collettività il 190 per cento in più del suo salario lordo annuo: la cifra comprende la sua assoluta non produttività sul lavoro, il "prezzo" sociale e familiare della sua depressione, quello per i farmaci, quello dell'eventuale ricorso alla magistratura.

A tracciare il quadro, abbastanza drammatico, è stato un convegno che si è svolto oggi a Roma alla Sala del Cenacolo, organizzato dal centro studi Europhe. E, se i racconti in prima persona hanno fatto emergere la grande varietà di situazioni "mobbistiche" - dall'ingegnere prigioniero dello scantinato, al mobbizzatore che diventa mobbizzato, a chi ha reagito fondando un'associazione - sulle cause, e sui rimedi, non c'è stata unanimità di vedute. Ad esempio il segretario generale della scuola superiore della pubblica amministrazione, Raffaele Pellegrino - pur ammettendo la vastità del fenomeno in tutti i tipi di uffici pubblici - ha sottolineato che un'azione di prevenzione è possibile. 

Più pessimista il sociologo Domenico De Masi: "Io credo che il mobbing non sia una degenerazione del sistema, ma un aspetto dell'attuale organizzazione del lavoro. La burocrazia è tutto in insieme di mobbizzati che sono anche mobbizzanti. Finché non troviamo regole nuove, l'unica arma per difendersi è l'ironia". Infine, sul fronte legislativo, in attesa di una legge organica, lo stesso Giorgio Benvenuto ha ammesso che "rispetto soprattutto alla Svezia, ma anche alla Francia e alla Germania, il nostro Paese è molto indietro".

(8 febbraio 2000)

CLAUDIA MORGOGLIONE

Side nav buttonsIndiceFederico RIGHICreditiNoteIndirizziRubricheImmaginiNormativaArchivio