17 Settembre 1999
COORDINAMENTO LSU-UT
UFFICI DEL TERRITORIO




Oggi diamo qualche notizia d'agenzia, che serve a gettare un pò d'acqua sul fuoco..

Prima...
Cominciamo con questa del segretario della UIL:
Roma, 16 set. ''La flessibilita' non e' un concetto astratto per fregare i lavoratori''. Il segretario della Uil, Pietro Larizza, a margine di un convegno della Cgil, spiega che sull'argomento ''ci sono minacce di varie tendenze, ma c'e' anche una verita'. Un concetto forte di flessibilita' puo' riguardare solo il Mezzogiorno ma deve essere sostenuto da una legge e collegato alla contrattazione''. Insomma secondo il leader della Uil si deve far riferimento ''a cose concrete da realizzare. Non quindi ad una flessibilita' general-generica''.
inoltre alcuni giorni fa da Bari lo stesso Larizza lanciò:
un forte appello a rinnovare il fronte unitario per il tavolo sul Welfare con il governo, esclamando:
''Fermiamo oggi l'orologio sulle tante cose che ci uniscono e prima di arrivare alla fase delle cose che ci dividono, discutiamone a lungo tra di noi''. Per Larizza ritrovare l'unita' sindacale ''e' assolutamente necessario'' in vista delle riforme che attendono al varco i sindacati.
''Tra l'altro sarebbe anche piacevole dare una grossa delusione -sottolinea Larizza- ai tanti che ormai si attrezzano a lucrare sulle divisioni del sindacato. Credo proprio che sia arrivato il momento di dare una delusione a tante persone e oggi possiamo cominciare a dimostrarlo''.
In ogni caso, il leader della Uil rifiuta la definizione di mediatore: ''la Uil e' composta da giocatori, non da arbitri. Non e' un sindacato neutrale -aggiunge- e sostiene le proprie tesi che ha reso note ben prima che nascessero le divergenze. Divergenze serie e motivate, ma sono
materie fuori dalla prossima agenda per il confronto con il governo, che sicuramente registrera' piu' unita' che dissensi tra noi. Continueremo ad avere molte idee diverse ma oggi non possiamo e non saremo divisi sulle risposte da dare al governo''.


Sentite cosa rispose DE MASI a D'Alema all'indomani della storica frase:"mai più il posto fisso"., Milano, 13 set.
''Attenzione alla retorica sulla fine del posto fisso. Bisogna fare i conti con la realta' concreta che ai nostri giovani migliori troppo spesso prospetta una carriera da precari e solo quella''.

Il sociologo Domenico De Masi, docente all'universita' di Roma e direttore della rivista Next critica, in un'intervista al Corriere della Sera, quelle che chiama ''ubriacature da troppo mercato''. Secondo De Masi ''basta osservare il percorso professionale di un giovane sociologo. Il primo impatto con il mercato e' rappresentato dai cosiddetti 'lavoretti' che durano 18 mesi. Qualche intervista per il Censis, la Rai che lo chiama per qualche sondaggio destinato a 'Domenica In'. Alla fine di questa prima esperienza trova un lavoretto, magari alla Regione Lazio per preparare gli slogan della campagna sul traffico'' e via di questo passo.Dopo 4 o 5 anni di queste esperienza, sostiene De Masi il ragazzo ''e' gia' professionalmente distrutto''.

De Masi da' quindi ragione al Ministro Amato ''quando si chiede se l'interesse delle aziende e' davvero poter licenziare i propri dipendenti ogni otto mesi. Attenti all'elogio del precariato'' avverte il sociologo che aggiunge: ''vorrei vedere se D'Alema per suo figlio cerca un lavoro precario''.

LAVORO: FLESSIBILITA'- FASSINO, PIU' PART-TIME E MENO PRECARI

Milano, 15 set. - ''Flessibilita' non significa necessariamente precarieta'''. Il Ministro del Commerci estero Piero Fassino, in una intervista a 'La Repubblica' spiega il piano del governo dopo la polemica con il ministro del lavoro Cesare Salvi. ''Un sistema rigido -spiega Fassino- non e' efficente ma un sistema in cui il lavoro è precario, diventa piu' povero. E allora la vera sfida e' tutelare il lavoro flessibile, non e' rinunciare a rendere il sistema piu' efficente''.

''La flessibilita' -prosegue Fassino nella sua analisi- non e' un male da scongiurare ma una esigenza obiettiva di una societa' che e' sempre piu' mobile e dinamica in tutti i suoi aspetti. Naturalmente deve servire a rendere più efficiente l'impresa innalzandone la produttivita' e non semplicemente a ridurre il costo del lavoro''.
Secondo Fassino, quando poi le imprese chiedono un mercato del lavoro piu' flessibile la loro richiesta ha un fondamento.
''Certo -precisa- il problema del recupero di competitivita' non si esaurisce qui: la flessibilita' e' un fattore importante ma non l'unico, il che non vuol dire che sia possibile eluderlo''.

Fassino auspica quindi che si riprenda la strada della concertazione ricordando che ''questa stessa maggioranza, con l'accordo delle parti sociali, ha inserito elementi importanti di flessibilita', che le parti sociali hanno poi valorizzato con ulteriori accordi specifici. Si tratta di trovare ora il modo di andare avanti su quella strada, allargando il lavoro interinale anche alle qualifiche piu' basse, rendendo piu' facile il part time, aumentando la flessibilita' dell'orario. E insieme -aggiunge il ministro- concertando regole che assicurino le necessarie tutele a chi offre prestazioni flessibili''.

In ultimo un commento del Ministro del Lavoro:
FLESSIBILITA' SI', NO A TOTALE DEREGOLAZIONE

Roma, 16 set. Si' alla flessibilita', no ad una totale deregolazione dei rapporti di lavoro nel Mezzogiorno. Il ministro del Lavoro, Cesare Salvi, intervenendo al convegno della Cgil, dice chiaramente che il governo ''non andra' verso una proposta che smantellerebbe di colpo
diritti e garanzie, frutto di un lungo periodo storico di conquista democratica''.

Fraterni Saluti


FEDERICO RIGHI

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