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Si chiama mobbing il nuovo fenomeno psicologico.

http://www.fauser.it/%7etrigilio/stampa58.htm




Dispetti e calunnie: quando il collega ti è nemico

PERUGIA - Mobbing, ovvero l'arte strisciante della calunnia, dello sgambetto tra le scrivanie e della pugnalata alle spalle in nome della carriera. Un termine inglese per un fenomeno italiano: quello del terrorismo psicologico nei luoghi di lavoro.

Il mobbing esiste e colpisce: ovunque. Lo dimostra un'indagine dalla Uil-Umbria che ha monitorato la situazione degli enti pubblici. Novecento questionari per definire quel lato oscuro della menzogna, della tirannia subdola dove affogano vendette e speranze. Accade così che il 34 per cento dei dipendenti del Comune di Perugia ammetta candidamente di subire (o di avere subìto) il mobbing, alla Provincia è il 25,43 per cento dei dipendenti la percentuale delle vittime di questo tipo di terrorismo, mentre alla Regione è il 12,62 per cento degli occupati, il 12 per cento dei dipendenti del Comune di Terni e solo il 10 per cento di quelli del Municipio di Orvieto.

Un'indagine che ha spinto la Uil ad aprire uno sportello per segnalare il mobbing, per riconoscerne i tratti, per cercare di offrire strategie di difesa. Storie, volti e parole che aprono uno squarcio su questo mondo soffocante e velenoso. C'è la rampante che lotta per la sua promozione, per quel salto di carriera che ha inseguito da anni. Finalmente arriva il trasferimento accolto da un muro di silenzio, di diffidenza e ostilità. Non una parola offensiva ma un silenzio incombente: nessun contatto, nessun saluto per farla sentire alle corde. Un silenzio che l'accerchia fino a farla vacillare, a farla sentire incapace, fino a spingerla a un errore. E così quel muro cresce, si ingigantisce, lei cede e torna indietro, lasciando la sua scrivania e le sue speranze ad un'altra.

Pressing psicologico ma anche vere e proprie calunnie per distruggere il rivale di turno. La strategia è semplice: basta una parolina sulle avventure sentimentali, sull'inaffidabilità economica, sui presunti debiti di gioco o su qualche passioncella col vizietto per sporcare, infangare e fuggire via. L'altro sarà in trappola e l'ambita scrivania di nuovo libera.

"Mobbing è questo ed altro ancora - spiega Angelo Garofalo della Uil - ma il primo passo è quello di riuscire ad identificarlo per aiutare la gente a reagire e a non subire più. Lo scopo è quello di rendere l'Italia simile ad altri Paesi europei: in Germania chi è vittima del mobbing può chiedere il prepensionamento e in Scandinavia questo terrorismo psicologico è considerato un vero e proprio reato".

Natalia Encolpio

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