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venerdì 15 ottobre 2004




L'interrogazione Parlamentare alla CEE.

Alla fine, dopo tanto penare, è stata data una chiara ed incontrovertibile risposta all'inetrrogazione dell'On. Antonio Di Pietro, intitolata: eterni precari dell'Agenzia del Territorio.








Questo pomeriggio, ci è giunta, direttamente da Bruxelles, la risposta all'interrogazione al Parlamento Europeo in nostro favore.
L'euro parlamentare Antonio Di Pietro, aveva presentato la stessa interrogazione nel mese di aprile 2004; ma a causa del periodo di "vacatio" che si viene a creare qualche mese prima del rinnovo del Parlamento Europeo, non aveva avuto nessuna risposta.
L'On. Di Pietro, si era impegnato a ripresentarla, qualora fosse stato rieletto al Parlamento Euroepo. Cosa che grazie al cielo è accaduta, consentendo di ripresentare, nel mese di luglio la stessa interrogazione.
A causa dell'allargamento dell'Unione Europea, si sono avuti notevoli ritardi, e solo il 6 ottobre 2004, la Commissione Europea ha completato l'istruttoria ed ha fornito una risposta scritta. Risposta che ci è giunta in anteprima questo pomeriggio.
Il documento completo, interrogazione e risposta, in formato pdf, è scaricabile cliccando quì.



Esponiamo l'interrogazione
P-1799-04 IT ed in seguito la risposta.

L´Agenzia del Territorio, Ente Pubblico (ex Catasto), gestisce per conto del Ministero delle Finanze italiano i servizi fiscali dei beni immobiliari.

Il Ministero delle Finanze, nel settembre del 1998 ha indetto un bando per partecipare ad un progetto nazionale di recupero dell'arretrato prevedendo l'assunzione, sulla base di specifici requisiti, di circa 2500 unità tecniche, col compito di operare negli Uffici Tecnici Erariali, (uffici catastali).

Al bando concorsero circa 1700 tecnici LSU (lavoratori socialmente utili), che seguirono, prima di essere immessi "in servizio", un corso formativo di oltre 150 ore, unitamente ad una prova finale di informatica, e che, al pari dei loro colleghi impiegati di ruolo, hanno svolto compiti istituzionali a loro assegnati, assunto stesse responsabilità ed osservato stesse regole, ma non goduto degli stessi diritti.

Successivamente l´Agenzia del territorio ha trasformato gli LSU in dipendenti della stessa a tempo determinato. Ad oggi, dopo circa sei anni, sono in servizio circa 1550 dipendenti a tempo determinato, il cui contratto é stato prorogato di anno in anno.

Nonostante il recepimento da parte dello Stato italiano della direttiva 1999/70/CE ( Decreto Legislativo 368 del 06/09/2001), il contratto di lavoro di questi 1550, ex LSU con l´Agenzia del Territorio, è stato reiteratamente rinnovato, come si è detto, sempre a scadenza annuale, con la drammatica conseguenza di tenere questi lavoratori in un perenne stato di insicurezza e ricatto morale, nonostante il loro diritto ad una stabilizzazione dopo i primi due anni di contratto di lavoro.

La prossima scadenza è prevista per il 31 dicembre 2004. Alla luce di quanto esposto, la Commissione, non ritiene che tale comportamento dell'amministrazione pubblica italiana sia assolutamente contrario alla normativa comunitaria vigente nel settore, oltre che all'umana morale ?



La risposta:

Risposta data dal sig. Stavros Dimas a nome della Commissione
(6 ottobre2004)

Come l'Onorevole parlamentare riconosce, l'Italia ha recepito la direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all'accordo quadro CES (Confederazione europea dei sindacati), UNICE (Unione delle confederazioni delle industrie della Comunità europea) e CEEP (Centro europeo dell'impresa a partecipazione pubblica) sul lavoro a tempo determinato, (GU L175 del 10.7.1999, p. 43).
La legislazione italiana impone una durata massima e un numero massimo di rinnovi dei contratti a tempo determinato applicabili sia al settore privato che a quello pubblico. In proposito, la Commissione non ha motivo di ritenere che il recepimento non sia conforme alla direttiva.

La Commissione ha ricevuto numerosi reclami di dipendenti nei confronti dell'Agenzia del Territorio. In essi, i querelanti sostengono she l'Agenzia del Territorio non rispetta la legislazione italiana di recepimento della direttiva e, inoltre, che in materia non e stata ancora affrontata dalle competenti autorita italiane.

Anche se la corretta applicazione della direttiva spetta, in genere, alle competenti autorita italiane, i servizi della Commissione, nell’ambito dell'esame dei suddetti reclami, verificherarmo l'esistenza di pratiche amministrative contrarie alle norme comunitarie.



Dunque non solo la Commissione Europea sostiene che l'Italia ha recepito la Direttiva 1999/70/CE, ma da per certo che non esistono motivi per sospettare che l'Italia non abbia recepito bene tale direttiva.
Inoltre la CEE indagherà per verificare se esistono pratiche amministrative (modus operandi di alcune amministrazioni dello Stato, in particolare l'Agenzia) che disapplicano le Direttive Comunitarie.
Dunque la L.368/01 è valida, così come lo è stata per i casi che ricordiamo come il "giallo dell'art. 27 del regolamento d'amministrazione.



Cordiali saluti.

Federico RIGHI



la risposta della CEE....

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