Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 719 dal 9/5/2000 al 10/5/2000
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 4524 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2000, n. 54, recante autorizzazione al Ministero della giustizia a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con soggetti impegnati in lavori socialmente utili, al fine di garantire l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado (approvato dal Senato) (6935) (ore 18,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2000, n. 54, recante autorizzazione al Ministero della giustizia a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con soggetti impegnati in lavori socialmente utili, al fine di garantire l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado.
Ricordo che nella seduta dell'8 maggio scorso si è conclusa la discussione sulle linee generali e che hanno replicato il relatore e il rappresentante del Governo.
(Esame degli articoli - A.C. 6935)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico <69350001.htm#art> del disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 marzo 2000, n. 54 (vedi l'allegato A - A.C. 6935 sezione 1), nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato <69350002.htm#mod> (vedi l'allegato A - A.C. 6935 sezione 2).
Avverto che gli emendamenti <69350003.htm#eme> presentati sono riferiti agli articoli del decreto-legge <69350001.htm#dl> , nel testo della Commissione (vedi l'allegato A - A.C. 6935 sezione 3).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del regolamento, i seguenti emendamenti ed articoli aggiuntivi, il cui contenuto non è strettamente attinente a quello del decreto-legge, riguardante la stipula da parte del Ministero della giustizia di un massimo di 1.850 contratti a tempo determinato con soggetti già impegnati presso il Ministero in progetti di lavori socialmente utili, al fine di far fronte alle esigenze collegate alla piena attuazione del decreto legislativo n. 51 del 1998 (istitutivo del giudice unico di primo grado):
Taborelli 1.12 e, conseguentemente, Taborelli 2.2, in quanto riguardano i lavoratori socialmente utili impegnati da almeno tre anni presso i centri di prima accoglienza;
Michielon 1.01 (conformemente alla valutazione compiuta dal presidente della XI Commissione), concernente la possibilità per il Ministero dei beni culturali di stipulare contratti a tempo determinato a favore di lavoratori socialmente utili in occasione del grande Giubileo del 2000;
Mantovano 1.1, limitatamente ai commi 1 e 2, in quanto prevede - al fine di una completa attuazione del decreto legislativo n. 51 del 1998, istitutivo del giudice unico - l'assunzione da parte del Ministero della giustizia di personale appartenente ai profili di dattilografo e di operatore amministrativo fino alla completa copertura della pianta organica, attingendo dalle graduatorie degli idonei dei concorsi già espletati.
Chiedo ai colleghi un attimo di attenzione. A questo punto, considerato anche che sono le 18,10, circa, procederemo con gli interventi dei colleghi che hanno chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti e, alla fine del dibattito, aggiorneremo la seduta senza procedere a votazioni.
Le votazioni degli emendamenti avranno luogo nella seduta di domani mattina.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.
DANIELE MOLGORA. Presidente, chiedo di attendere un attimo in modo da poter parlare in un'atmosfera più consona.
PRESIDENTE. Scusate, onorevoli colleghi, chi è interessato all'illustrazione degli emendamenti è pregato di rimanere in aula; chi, invece, ha bisogno di parlare, si accomodi fuori dall'aula per consentire al collega Molgora di essere ascoltato e capito dagli interlocutori cui si rivolge.
DANIELE MOLGORA. Grazie, Presidente.
Si deve dire che questo provvedimento è l'ultimo di una lunga serie di provvedimenti che riguardano i lavori cosiddetti socialmente utili che tornano a presentarsi come uno dei soliti vizi di questo Governo. Credo che siamo giunti ormai al quinto decreto-legge relativo a tale materia. La cosa singolare è che attualmente i lavoratori socialmente utili sono destinati al settore della giustizia. Non si capisce come mai da un lato il Governo preveda in prima istanza che il settore della giustizia abbia bisogno di interventi per quanto riguarda l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado, dopodiché, in sede di discussione parlamentare, stabilisce anche l'inserimento di una piccola locuzione che recita "al fine di garantire in particolare l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado". Ciò significa che questa serie di interventi non è poi così strettamente legata alla questione del giudice unico e fornisce la cartina di tornasole del fatto che quello sui lavori socialmente utili non è altro che un provvedimento, come al solito, di tipo clientelare. Ciò deve essere ben chiaro.
Mi stupisce che questa normativa, che dovrebbe salvaguardare 1.850 lavoratori, intervenga ad un anno di distanza dalle elezioni; può peraltro significare che siamo molto vicini alle elezioni stesse, perché un provvedimento di questo tipo ha il sapore di un voto di scambio: vi diamo un assegnino mensile e voi alla fine ci date un voto. Questa è la solita mentalità dell'intervento che viene posto in essere prioritariamente al sud, invece di attuare quelle che dovrebbero essere misure serie sulla pianta organica del Ministero della giustizia, che va rivista, così come dovrebbero essere realizzati interventi relativi ad investimenti, non di tipo esclusivamente clientelare.
In sostanza, quello che ispira il decreto-legge alla nostra attenzione è il cosiddetto criterio del "tengo famiglia", che non è un motivo sufficiente per giustificare che oltre 34 miliardi l'anno vengano destinati a questo fine.
Sappiamo che un intervento così provvisorio, limitato a 18 mesi, non può risolvere i problemi della giustizia in Italia e vediamo anche come il decreto in esame sia assolutamente un palliativo, l'occasione e la scusa per avere proprio quello scambio di consensi cui accennavo prima. Pensiamo invece a quali dovrebbero essere gli interventi reali per il settore della giustizia. Tali interventi dovrebbero riguardare una modifica della pianta organica e, soprattutto, l'attuazione di quei concorsi che hanno già visto dei vincitori i quali, in realtà, non sono stati ancora chiamati a ricoprire dei ruoli. Non vorremmo che anche per il futuro il fatto di avere svolto dei lavori socialmente utili fosse una scusa per modificare i concorsi, nel senso che nel settore della giustizia si svolgeranno concorsi per i quali costituisca requisito indispensabile l'essere stato un lavoratore socialmente utile. Ciò sicuramente finirebbe con il danneggiare coloro i quali invece vogliono partecipare liberamente a questo tipo di concorsi, possedendo determinati requisiti.
Questo è uno dei gravi problemi che interessa il settore della giustizia. Abbiamo poi anche quello dei precari, ossia di coloro i quali vengono assunti trimestralmente ed i cui contratti trimestrali vengono rinnovati di volta in volta. Con tutto questo non risolviamo alla radice il problema della giustizia e degli arretrati delle cause pendenti, che continuano a trascinarsi.
Mi chiedo allora in base a quale criterio il Governo pensi di poter risolvere questi problemi assumendo 1.850 lavoratori socialmente utili e temo fortemente che, in realtà, il problema sia tutto da ricondursi al fatto che quando questi lavoratori socialmente utili si trovano vicini alla scadenza del loro contratto (o della loro sovvenzione, del loro assistenzialismo), arrivano sotto palazzo Chigi a compiere qualche atto di disordine a soli fini dimostrativi. Il Governo si presenta debole sul punto: tutte le volte che si arriva vicino alla scadenza, tali persone manifestano davanti a palazzo Chigi esponendo il loro punto di vista e, puntualmente, il Governo li ascolta e provvede con un decreto-legge che ha tutto il sapore della prima Repubblica (se mai si possa parlare di seconda).
Con i lavori socialmente utili, sostanzialmente, lo Stato ha erogato oltre 1.000 miliardi a 110 mila lavoratori per venti ore settimanali. Il vero problema è che, in realtà, provvedimenti di questo tipo non hanno creato neanche un posto di lavoro stabile; sono stati creati posti di lavoro, o meglio "posti", senza che essi venissero tradotti in investimenti ed interventi capaci di generare occupazione stabile. È questo il problema alla radice di decreti-legge di questo tipo. Ancora una volta il Governo presenta un decreto-legge, ossia interviene su una materia che, invece, dovrebbe lasciare alla competenza del Parlamento.
Ripeto, oltre 1.000 miliardi sono stati buttati al vento senza aver risolto neanche minimamente i problemi della giustizia e dell'occupazione, soprattutto al sud.
Questa è la sintesi di un provvedimento la cui motivazione è soltanto la ricerca di consenso che, evidentemente, questo Governo di sinistra non ha più. Il Governo sta disperatamente cercando di comprare tali consensi uno per uno e così comincia con il provvedimento in esame, con il quale cerca di acquistarne 1.850.
PRESIDENTE. Per cortesia, se volete farlo, continuate a parlare fuori, così consentirete al collega di farsi ascoltare.
Prego, onorevole Molgora.
DANIELE MOLGORA. Mi astengo dal sottolineare quanti siano stati i provvedimenti specifici in favore di alcune zone o di alcune città. Ritengo che i lavori socialmente utili abbiano rappresentato un sistema per creare un ammortizzatore sociale che, invece di essere temporaneo, in vista del superamento di determinate difficoltà, è diventato permanente. Non possiamo entrare nella logica di ammortizzatori sociali permanenti, sempre in favore delle stesse persone. Coloro che non vi hanno mai preso parte, che avrebbero i requisiti, il diritto e tutti i numeri per partecipare ad un concorso e svolgere determinati ruoli all'interno del sistema giustizia, dove li mettiamo? Hanno o no i loro diritti? Hanno o no il diritto di svolgere la propria attività, di avere un'occupazione stabile e, soprattutto, di prestare un servizio all'interno del sistema giustizia? Questo è il problema.
Che utilità hanno avuto questi 1.850 lavoratori negli anni trascorsi? Il Governo non ci ha fornito alcun dato su come siano stati svolti tali lavori. Non abbiamo avuto alcuna informazione sull'entità dello sgravio di lavoro nei diversi tribunali e corti d'appello grazie all'utilizzo di tali lavoratori socialmente utili. Mi chiedo: per quale motivo? In realtà, credo che il motivo sia semplice: i compiti che i lavoratori socialmente utili dovevano svolgere sulla carta, di fatto, probabilmente, non li hanno mai svolti. Penso, ad esempio, a quanto è avvenuto ed accade tuttora a Bari, nel settore della giustizia tributaria; mi rendo conto che si tratta di un'altra cosa, ma faccio tale esempio per farvi capire come si ragioni in determinati ambienti. A Bari, per il secondo grado, dovevano iniziare la propria attività circa venti sezioni; in realtà, ne sono state avviate circa sette, ma gli stipendi vengono pagati sulla base dell'esistenza di venti sezioni.
Anche qui dobbiamo renderci conto che, all'interno dell'amministrazione pubblica, in determinati settori occorre utilizzare il personale che c'è, nonché redistribuirlo tramite una mobilità che, evidentemente, non viene mai utilizzata.
Gli emendamenti che abbiamo presentato mirano a limitare la portata di questo intervento da parte del Governo in termini temporali, perché non si capisce per quale motivo tale intervento debba durare 18 mesi, e per tutelare - colgo alcuni degli aspetti più importanti degli emendamenti che abbiamo presentato - gli eventuali concorsi che dovrebbero intervenire all'interno del Ministero. Inoltre, ribadendo quanto ho detto prima, non vorremmo, come è già accaduto con i concorsi fatti per l'INPS, che i lavoratori socialmente utili avessero in realtà un titolo qualificante, un titolo in più per ricoprire determinati posti del bando di concorso. Poiché questo non deve accadere, abbiamo presentato alcuni emendamenti che vanno nella direzione suddetta.
Ritengo che il Governo farebbe bene a rivedere totalmente questo provvedimento. Anzi, credo che farebbe bene a ritirarlo, perché sappiamo che un provvedimento di questo tipo non può esistere, oggi, nell'Italia del 2000. Dobbiamo confrontarci con sistemi burocratici ed economici sempre più efficienti. Ciò non significa che non si debba creare lavoro; anzi, a maggior ragione si deve creare lavoro, ma lo si deve fare operando, attraverso gli investimenti, una revisione delle strutture per renderle in grado di funzionare e di offrire un servizio efficiente ai cittadini, alle imprese, eccetera. Ma in questo caso non si deve seguire il solito criterio di creare quelli che, con un brutto termine, vengono chiamati posti di lavoro. Di posti ne abbiamo più che a sufficienza, non ne vogliamo più: vogliamo che vengano creati lavori tramite la creazione di un servizio efficiente.
In questi anni l'operato di questo Governo dimostra come, in realtà, la politica economica e di lavoro che ha condotto non ha creato né un posto di lavoro stabile, né un miglioramento del servizio. Quindi, è chiaro che questo provvedimento meriti soltanto di essere ritirato da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
MAURO MICHIELON. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURO MICHIELON. Signor Presidente, lei ha dichiarato l'inammissibilità del mio articolo aggiuntivo 1.01 con la motivazione che faceva riferimento ai lavori socialmente utili inerenti al Giubileo. Le faccio presente, Presidente, che lo ritengo invece pertinente, in quanto con esso chiedo che ai lavoratori socialmente utili assunti con contratto a tempo determinato dai beni culturali siano negati i benefici del decreto legislativo 28 febbraio 2000, n. 81, successivo alla legge 16 dicembre 1999, n. 494. Ritengo che non sia inammissibile, in quanto lo stesso emendamento per i lavoratori socialmente utili, sempre assunti a tempo determinato, in questo caso riguarda i lavoratori della giustizia. Quindi vi sono due contratti uguali con due soggetti uguali, cioè gli stessi lavoratori socialmente utili. Chiedo pertanto che ad entrambi venga applicato un decreto legislativo successivo all'emanazione sia del decreto-legge, sia della citata legge n. 494. Ritenendo dunque pertinente l'articolo aggiuntivo 1.01, in quanto riguarda i lavoratori socialmente utili, chiedo di rivedere il parere espresso, Presidente, perché quelli del Giubileo sono lavoratori socialmente utili, assunti con contratto a tempo determinato, come i lavoratori che saranno assunti presso il Ministero della giustizia.
Trattandosi, quindi, di due fattispecie contrattuali uguali, chiedo che sia applicata la stessa normativa e ritengo che l'articolo aggiuntivo 1.01 sia ammissibile.
PRESIDENTE. Onorevole Michielon, questo decreto ha la finalità, esplicitamente indicata nel titolo, di garantire l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado. Queste assunzioni sono finalizzate precisamente a quel tipo di risultato, mentre il suo articolo aggiuntivo 1.01 riguardava assunzioni di lavoratori per il Giubileo, sicuramente non finalizzate a far funzionare la nuova normativa sul giudice unico di primo grado. Comunque, sottoporrò al Presidente della Camera la sua osservazione per eventuali successivi ripensamenti circa l'ammissibilità o meno del suo articolo aggiuntivo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.
LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, siamo di fronte all'ennesimo decreto da convertire in legge e in Parlamento continuiamo a chiederci dove siano l'urgenza e la necessità straordinaria che hanno giustificato questo intervento del Governo. Per quanto ci si impegni, non si trova alcuna giustificazione, se non quella di adottare un decreto per assumere 1.850 persone baciate dalla fortuna che percepiranno un ulteriore milione al mese per lavorare venti ore alla settimana, anche se non si sa bene con quali mansioni o con quale preparazione. Siamo quasi certi che, alla fine dei diciotto mesi di stipendio garantito con decreto, vi saranno altri decreti che pensioneranno questi lavoratori, perché in questo paese siamo abituati a questo ed altro.
Abbiamo immaginato comunque, con un notevole sforzo, che le motivazioni di necessità, urgenza e di straordinarietà di questo intervento governativo derivino dalla necessità di mettere un freno ad eventuali altri incendi di autobus, magari in piazza a Napoli, come alcuni hanno fatto di recente per essere riassunti. Infatti, alla fine, la questione è in questi termini.
Continuiamo a parlare di centomila salariati socialmente utili che ci costano mille miliardi all'anno e si continuano a bruciare risorse delle aree produttive del paese (guarda caso in Padania), aumenta l'assistenzialismo, aumentano le tasse e chi produce ricchezza reale è costretto a scappare via da questo paese. Infatti, vi è il tristissimo fenomeno della delocalizzazione che stiamo vivendo quotidianamente. Vi sono migliaia di grandi e piccole imprese della Padania che sono costrette a rivolgersi ad altri paesi dove la tassazione per loro fortuna è più bassa. Vi è però chi cerca di resistere, ma se si vuole resistere a questa tassazione elevatissima, frutto anche degli stipendi che vengono regalati alle persone impegnate nei lavori socialmente utili, e non si vuole scappare via, si devono diminuire gli stipendi ai propri dipendenti. Per questo noi abbiamo aree del paese in cui vi sono persone che lavorano venti ore a settimana, senza conoscere bene il loro mansionario e che vanno in pensione dopo due o tre anni (è inutile infatti inventare lavori che non ci sono), e vi è assistenzialismo, ed aree in cui vi sono dei disgraziati che lavorano otto, nove o dieci ore al giorno e sono costretti a scappare oppure a diminuirsi lo stipendio. Su queste cose la Lega nord Padania ha molto da dire e molto da criticare, perciò cercherà, come ha fatto nei giorni scorsi, di far decadere anche questo decreto.
Entrando nel merito, noi siamo contrari a nuove assunzioni di personale precario nel pubblico impiego basate su sistemi di selezione clientelari. Non è previsto alcun concorso per riassumere queste persone ed invece vi sono tantissimi giovani che hanno studiato e si sono preparati per l'ingresso nel mondo del lavoro, i quali si trovano le porte bloccate da questo assistenzialismo. Si utilizzano comunque, però, gli atti di forza (perché, ripeto, si bruciano gli autobus quando serve per l'assistenzialismo e per ottenere stipendi), quando, invece, vi sono categorie di lavoratori che un lavoro ce l'avevano ma a cui è stato impedito di farlo. Mi riferisco evidentemente agli agricoltori, ai quali, a causa delle quote latte, è stato imposto di chiudere le stalle: quando poi gli agricoltori manifestano, peraltro senza bruciare gli autobus, per vedersi garantire il diritto a lavorare (visto che, ripeto, hanno un lavoro), vengono malmenati nelle pubbliche piazze. Eppure manifestano per poter lavorare, non per avere pensioni, come purtroppo avviene in altri casi!
Si assumono dunque circa 1.800 persone presso il Ministero della giustizia senza un corso di preparazione, senza lauree e diplomi specifici, e non si sa bene cosa andranno a fare: peraltro, non si sa neanche come, con 800 mila lire-1 milione al mese, uno di questi lavoratori potrà prestare la propria opera in sedi che magari distano centinaia di chilometri da casa loro (tanto che, alla fine, sembra tutta una presa in giro). Non si risolve, quindi, neanche una virgola dei problemi della giustizia nel paese: tutti sappiamo che vi sono milioni di processi civili e penali fermi, che i giudici sono sotto organico, che mancano le strutture, che non vi sono collaboratori preparati! Vi sono procuratori generali che, all'apertura dell'anno giudiziario, affermano che si è in presenza del fallimento totale della giustizia, oppure che vanno in galera solo i poveracci: sono loro stessi che ammettono che l'85 per cento dei reati ha un autore che rimane ignoto e che, nel rimanente 15 per cento dei casi, a causa dei tempi necessari per i processi e delle famose decorrenze dei termini, praticamente non va in galera nessuno.
Il gruppo della Lega nord Padania chiede allora: si garantisce che la giustizia funzionerà meglio se si inseriscono altre 1.850 persone che provengono dai lavori socialmente utili nel calderone di una giustizia che non funziona? La risposta è no, perché si bloccherà tutto ancor più di prima e perché, probabilmente, nessuno di questi lavoratori sa accendere un computer o ha un titolo di studio adeguato per contribuire a far funzionare la macchina della giustizia.
È da considerare poi un altro aspetto: purtroppo, il fenomeno dei lavori socialmente utili nasce in Sicilia ed allora vediamo come si comportano in questa regione per quanto riguarda le assunzioni nel settore pubblico. Ho uno studio dei dirigenti delle regioni italiane che consente di confrontare i dati del Veneto e della Sicilia, che hanno all'incirca lo stesso numero di abitanti: scopriamo così che in Veneto vi sono 3.200 dipendenti regionali ed in Sicilia ce ne sono 18.800; in Veneto, vi sono 267 dirigenti regionali ed in Sicilia ce ne sono oltre 3 mila; in Veneto, vi è un dirigente regionale ogni 16 mila abitanti ed in Sicilia ve ne è uno ogni 1.600 abitanti. Con queste logiche, era doveroso attribuire alla Sicilia anche la grande trovata che sono stati i lavori socialmente utili, che non potevano che partire da chi riesce a creare queste disparità nel paese. Sono disparità enormi che qualcuno paga, ed abbiamo già visto chi paga: sono le piccole aziende padane costrette a scappare, oppure a non pagare i propri dipendenti per far fronte all'aumento delle tasse imposto da queste migliaia di persone che di sicuro prendono uno stipendio, anche se nessuno sa che lavoro facciano, o che mansioni debbano svolgere.
In questa ottica generale, insistiamo per arrivare al famoso federalismo, tanto promesso prima dal Governo Prodi e poi dal Governo D'Alema, anche se in quattro anni non abbiamo visto nulla che abbia a che fare con il federalismo. Federalismo vuol dire anche fare in modo che ognuno consumi parte delle ricchezze che produce in casa sua e riesca anche a farsele bastare. Per noi, federalismo vorrebbe dire scrivere in Costituzione anche i numeri - le nostre proposte in merito sono state bocciate in sede di Commissione bicamerale - perché nella Costituzione tedesca è scritto proprio il modo in cui il gettito IRPEF viene ripartito tra i vari settori. Il Governo federale gestisce il 42 per cento dell'IRPEF, i Länder il 42 per cento per cento e ai comuni rimane il 16 per cento; finite tali risorse, nessuno spende una lira. Ciò significa rendersi conto che non è possibile creare disavanzi o buchi enormi nei bilanci, come succede per i nostri territori. In Italia i numeri non si scrivono, la Costituzione afferma il principio della sussidiarietà, che in realtà si chiama assistenzialismo (che purtroppo costa molto caro) però il principio federalista non passa. Perché? Perché non esisterebbero più i lavori socialmente utili, in quanto nessuno potrebbe permettersi il lusso di bruciare ricchezze reali per sottrarre ricchezze a investimenti che, invece, creerebbero più posti di lavoro.
La Lega nord Padania sta aspettando da molto tempo che il Governo proponga interventi al fine di creare posti di lavoro che non siano una mera distribuzione di stipendi e pensioni. Se si cominciasse davvero a creare qualche posto di lavoro, si salverebbe tutto il paese, perché in determinate aree geografiche - mi riferisco soprattutto alle regioni del sud - si comincerebbe a lavorare e a produrre ricchezza, diminuendo l'assistenzialismo perché qualcuno, finalmente, riuscirebbe anche ad avere uno stipendio per un lavoro reale. Le tasse diminuirebbero e anche le regioni nelle quali la ricchezza si produce realmente ne avrebbero un vantaggio. Tuttavia, in quattro anni di questo Governo, non abbiamo visto assolutamente nulla di simile, anzi, le imprese non hanno nemmeno il coraggio di provare ad investire in quelle regioni perché sono scappate di mano allo Stato, in quanto controllate dalla malavita. Visto che lo Stato fino ad ora è stato gestito dalla DC, dai partiti comunisti di allora, ora trasformati in DS - leggi Ulivo - senza soluzione di continuità, sappiamo che le responsabilità sono dell'attuale maggioranza, tuttavia nulla cambia.
Abbiamo fatto accordi anche con altre forze politiche perché bisogna riconquistare il controllo dei territori e, quando ciò avverrà, molti imprenditori del nord invece di trasferire le proprie attività in Portogallo, in Romania o in Ungheria, si rivolgerebbero sicuramente anche alle regioni meridionali del nostro paese. Tuttavia, gli imprenditori che di giorno lavorano devono avere la possibilità di dormire tranquilli di notte, pertanto ci vogliono Stati forti che garantiscano la possibilità di debellare la malavita. L'attuale Governo non riesce nemmeno a portare avanti i famosi pacchetti sicurezza, non riesce a far funzionare la magistratura, che non ha tempi certi per i processi, lascia quelle regioni in mano alla malavita, quindi la produzione non migliora perché è meglio decidere di andare a vivere tranquilli da un'altra parte. Di conseguenza, si ha solo assistenzialismo e lavori socialmente utili, ai quali noi ci opponiamo con tutta la forza. Domani avremo modo di intervenire sui vari emendamenti presentati dal nostro gruppo, e di far capire le nostre ragioni che, a nostro avviso, sono sacrosante (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santori. Ne ha facoltà.
ANGELO SANTORI. Signor Presidente, nel parlare sul complesso degli emendamenti voglio ribadire quanto ho già avuto modo di dire compiutamente durante la discussione generale.
Non è stata e non è nostra intenzione polemizzare sullo scopo di questo provvedimento, né su ciò che esso si prefigge, in quanto riteniamo che vi sia l'esigenza di un ampliamento dell'organico del Ministero per rendere rapida ed incisiva la realizzazione di alcune riforme, come quella, appunto, del giudice unico e del giusto processo.
Tuttavia, vogliamo ribadire che l'assunzione a tempo determinato di 1.850 unità di lavoratori socialmente utili certamente non risponde alla necessità di interventi strutturali che creano o dovrebbero creare occupazione stabile; crediamo, al contrario, che ciò vada nella direzione esattamente opposta. Noi sosteniamo, infatti, che questa proroga crea inesorabilmente una sconcertante forma di precariato - lo vogliamo ribadire -, che, a nostro modo di vedere, è proprio la caratteristica principale di questa maggioranza.
Il provvedimento in discussione determina anche una serie di ingiustizie: prima fra tutte, ad esempio, quella dei lavoratori socialmente utili che lavorano in altre amministrazioni pubbliche e che si vedono negata la possibilità di ottenere anche loro queste agevolazioni. Fra l'altro, i lavoratori socialmente utili, che svolgono ed hanno svolto queste mansioni all'interno del Ministero della giustizia, probabilmente ricoprono ruoli superiori alla loro qualifica professionale, anche se - l'ho detto ieri e voglio ribadirlo oggi - credo che in questi anni in qualche modo abbiano potuto acquisire una professionalità che torna utile in questa prima fase di applicazione. Tuttavia, essi si sostituiscono anche - è un altro fatto estremamente importante - a quei potenziali lavoratori che, oltre ad avere il titolo, avrebbero anche la necessaria capacità per svolgere certe mansioni.
Va poi ancora sottolineato - non possiamo sottacerlo - che questo decreto-legge provocherà anche altri due tipi di ingiustizie (stiamo parlando del Ministero della giustizia ed invece creiamo ingiustizie, o meglio ancora, disgrazie per tanti lavoratori): ad esempio, verso quei cittadini disoccupati con titoli e capacità, che si vedranno sottrarre posti di lavoro e che magari hanno già svolto concorsi e che rimangono al palo, ma anche - diciamola tutta, fino in fondo - verso gli stessi lavoratori socialmente utili, verso queste 1.850 unità che assisteranno all'ennesimo rinvio della stabilizzazione della propria attività lavorativa, magari al prezzo di altri diciotto mesi di precariato. Tutto ciò creerà gravi frustrazioni agli stessi lavoratori.
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, ancora una volta Forza Italia sottolinea l'operato di questo Governo che dimostra di non voler affrontare con coraggio riforme strutturali volte a creare posti di lavoro stabili, nonostante questo sia ciò che i cittadini attendono, nonostante tanti giovani vedano mortificate le proprie aspettative attraverso iniziative sporadiche e clientelari che rifiutiamo totalmente.
Il Governo dovrebbe pensare non a quei cittadini che in qualche modo sono stati impiegati, anche se con 800 mila lire al mese si trovano in una condizione di disagio, ma a tutti gli altri che aspettano il loro turno per essere impiegati. Le iniziative del Governo appaiono "pannicelli caldi" che non risolveranno né il problema dei lavoratori socialmente utili né quelli della pubblica amministrazione, perché chi è chiamato ad operare a tempo determinato sa che difficilmente gli verrà rinnovato il contratto e quindi è demotivato. È proprio per questo che non condividiamo le iniziative di questo Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotti. Ne ha facoltà.
PIETRO CAROTTI. Signor Presidente, credo che l'imperfetta conoscenza dell'iter legislativo che ha portato all'istituzione del giudice unico di primo grado abbia indotto a rendere dichiarazioni che per alcuni versi hanno del surreale. Avendo io seguito i lavori, come molti altri deputati ed in sintonia con autorevolissimi esponenti dell'opposizione, ricordo le dichiarazioni congiunte fatte in occasione dell'approvazione a larghissima maggioranza della legge che istituiva il giudice unico di primo grado (il cui relatore era un esponente di Forza Italia), che sottolineavano come fosse assolutamente imprescindibile utilizzare riserve di professionalità. Qui ho sentito parlare addirittura di persone impreparate, con riferimento ad operatori che sono all'interno della struttura da almeno due o tre anni: forse una migliore conoscenza del fenomeno avrebbe evitato affermazioni così perentorie e categoriche.
In ogni caso, ci siamo trovati di fronte alla sintonica (se mi è consentito usare questo termine) affermazione che l'istituzione del giudice unico, proprio per la sua fase di transizione e di impatto morbido all'interno del meccanismo di un ordigno processuale del tutto innovativo, non potesse privarsi di un numero di unità pari a 1.820. Se il discorso si generalizza, chi non desidera un'occupazione anche per gli altri settori? Qui però parliamo di una norma che contiene una proroga di diciotto mesi in relazione ad un punto che, tra l'altro, fu oggetto di un ordine del giorno che traduceva integralmente un emendamento da me sottoscritto e che in Commissione trovò, non l'unanimità, ma qualcosa che certamente vi assomigliava. L'emendamento fu trasformato in un ordine del giorno proprio per consentire un'immediata approvazione del testo di legge sul giudice unico e poi del rito monocratico, riservando ad un provvedimento - quello di cui oggi noi discutiamo - il compito di risolvere e salvaguardare quelle professionalità che erano veicolate e mirate per un buon funzionamento della giustizia.
Non parlo, ovviamente, ai presenti in aula che, come quasi sempre accade quando non vi sono votazioni in corso, sono pochissimi, bensì a coloro che ci ascoltano da casa per apprendere quale sarà la sorte del proprio posto di lavoro, trattandosi di 1.820 unità; parlo, soprattutto, agli utenti della giustizia, che verrebbero privati, a causa dalla mancata conversione del decreto-legge, dell'ausilio di un personale che in altri settori viene definito indispensabile; la già inceppata giustizia sarebbe ulteriormente aggravata dal fenomeno della dispersione di professionalità e, soprattutto, dalla evaporazione di ruoli e funzioni all'interno di figure professionali nuove, che non possono essere improvvisate.
Poiché la notte porta consiglio, confido in una riflessione notturna, anche per evitare derive di demagogia mediatica nei riguardi del Governo: non si può citare il Governo su tutti i fronti, quando si parla di un decreto-legge che riguarda 1.850 persone che vedono la propria sorte lavorativa legata agli esiti delle votazioni parlamentari nelle prossime 24 o 48 ore! Mi auguro che vi sia un ripensamento, non tanto da parte del Governo, né da parte della maggioranza (ovviamente, il mio gruppo sosterrà compattamente la conversione del decreto-legge), quanto da parte delle opposizioni. Invito gli esponenti dell'opposizione a ricordare quale fu la loro posizione in Commissione durante la discussione sulla riforma del giudice unico di primo grado e a guardare alle esigenze del paese: a volte, i bisogni del paese non coincidono con le esigenze di parte o con le esigenze di chi, pur volendo fare legittima attività politica, non tiene conto ed ignora le realtà sottostanti.
Signor Presidente, non sono intervenuto in discussione generale, ma ho voluto esporre ora le ragioni che mi porteranno a respingere tutte le proposte emendative presentate al provvedimento in esame: tutto possiamo fare, meno che privare la giustizia di unità che sono preziose e professionalizzate, indipendentemente dal risultato e dalla ricaduta del lavoro; diversamente avremmo un peso sulla coscienza, che mi auguro i colleghi non vogliano portare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.
GAETANO COLUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il mio intervento andrà poco al di là di una riflessione ad alta voce sul provvedimento in esame, in considerazione degli interventi dei colleghi Pampo, Lo Presti e Alemanno in discussione generale, che sono stati ampi, completi, precisi e particolarmente concludenti.
Vorrei, dunque, esprimere una riflessione ad alta voce, che sia marginale ma puntuale, anche in considerazione delle osservazioni svolte in quest'aula da esponenti di altri gruppi politici.
Signor Presidente, il decreto-legge al nostro esame dovrebbe, una volta convertito, avendo sostanzialmente già dispiegato i suoi effetti alla data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, autorizzare in via definitiva il ministro della giustizia a stipulare sino ad un massimo di 1.850 contratti a tempo determinato, della durata di diciotto mesi, con soggetti già impegnati in lavori socialmente utili presso il Ministero della giustizia nelle strutture periferiche, in preture circondariali, tribunali e corti d'appello. Ciò per far fronte, in particolare, in base all'emendamento introdotto dal Senato, alle necessità collegate con la piena attuazione del decreto legislativo n. 51 del 1998, istitutivo del giudice unico di primo grado.
Il preambolo al decreto-legge afferma la straordinaria necessità ed urgenza in relazione alle pressanti esigenze connesse alla fase di prima attuazione del citato decreto legislativo n. 51 del 1998. In ordine a tale straordinaria necessità ed urgenza, è stato già sostenuto dai colleghi, che mi hanno preceduto nella discussione generale, che vi sono da sollevare alcune obiezioni. In particolare, mi sembra che il collega Pampo abbia rilevato che nel momento in cui veniva approvato il provvedimento istitutivo del giudice unico di primo grado, si era sostanzialmente già a conoscenza dell'impatto quantomeno traumatico con il volume di lavoro da espletare. Occorreva quindi necessariamente ampliare gli organici dei dipendenti del Ministero della giustizia, oltre ovviamente a quelli dei magistrati. Oltre a ciò, bisognava comunque completare numericamente gli organici previsti nelle varie strutture giudiziarie. Non si può, quindi, a distanza di anni, venire a dire che ci si è accorti nel mese di marzo scorso della straordinaria necessità ed urgenza di questi interventi, tali da richiedere l'emanazione di un decreto-legge. Ribadisco allora le nostre perplessità in ordine alla costituzionalità del provvedimento, che del resto sono state già esplicitate dai colleghi che mi hanno preceduto.
Vi dirò che sono state dette anche cose (non da parte di appartenenti al mio gruppo) che a livello personale non condivido. Quando si parla di lavoratori socialmente utili, non si sa chi siano e si può pensare che si tratti di personale che in precedenza ha lavorato in imprese private a livello di facchinaggio o di chissà quale altra attività manuale. Vorrei allora precisare che si tratta di personale particolarmente qualificato, che si articola in varie qualifiche funzionali di riferimento: analista di procedura, analista di sistema, analista, collaboratore amministrativo contabile, programmatore di sistema, programmatore, ragioniere, operatore amministrativo, addetto alla registrazione dati, dattilografi e, infine, con la terza qualifica funzionale di riferimento, addetto ai servizi ausiliari e di anticamera. Comunque, ci troviamo di fronte ad un numero notevole di soggetti con particolare professionalità, che hanno anche lavorato e, diciamolo con tutta franchezza, hanno lavorato bene. Da qui la necessità, affermata dal gruppo di Alleanza nazionale, di contemperare due esigenze: quella di una corretta normazione dei fenomeni anche sociali e specialmente occupazionali - e certamente questo decreto non ne è un esempio - e quella di dare, sia pure per diciotto mesi, una certezza di lavoro a questo personale. Io non so fare facile demagogia: è vero che questi provvedimenti non devono essere adottati soltanto per i lavoratori socialmente utili impiegati presso il Ministero della giustizia, ma devono essere adottati per tutti i ministeri. Io sono di Salerno ed oggi nella mia città è in atto, ad esempio, una dimostrazione dei dipendenti del Ministero della pubblica amministrazione: anche loro hanno diritto a guardare con una certa tranquillità al proprio futuro.
Non sarò certamente io, quindi, a fare facile demagogia, ma dobbiamo tener conto che vi sono anche i trimestralisti del Ministero della giustizia e molti lavoratori cosiddetti socialmente utili che collaborano con altri ministeri. Per ora, noi risolviamo questo problema: meglio ancora se fosse possibile risolvere i problemi di tutti, ma certamente non è possibile farlo con una decretazione di questo tipo. Da qui la necessità di migliorare il provvedimento e da qui gli emendamenti proposti da Alleanza nazionale, che non sono certamente demagogici, né tali da costituire strumento di opposizione dilatoria per non far approvare il provvedimento in sede di conversione.
L'emendamento del nostro rappresentante di gruppo presso la Commissione lavoro, onorevole Pampo, e quello del collega Mantovano sono in linea con la proroga di diciotto mesi del contratto di lavoro per i lavoratori socialmente utili prevista dal Governo, anche se con essi si chiede di assumere prima i trimestralisti vincitori di concorso, con uno scorrimento delle graduatorie dei concorsi. Infatti, se tali graduatorie sono aperte fino al 2001, ma non si procede ad alcun scorrimento, si prendono solo in giro i giovani che hanno partecipato ad un pubblico concorso con esito positivo, anche se non vincitori.
Per questi motivi chiedo all'Assemblea una valutazione globale di questi emendamenti e la loro conseguente approvazione. È ovvio che qualcuno dirà che, qualora fossero approvati, non vi sarà più il tempo per una terza lettura del provvedimento presso il Senato della Repubblica; ma nel momento in cui il provvedimento viene presentato solo pochi giorni prima della sua scadenza al Parlamento, pur sapendo che può essere migliorato con l'apporto, la passione e l'intelligenza delle opposizioni, il provvedimento stesso diventa blindato. Noi non siamo d'accordo su queste graduatorie.
Noi non siamo neanche d'accordo sulla proposta che è stata avanzata di trasfondere il contenuto di tali emendamenti in un ordine del giorno: sappiamo bene che fine fanno gli ordini del giorno! Ogni tre mesi arriva presso la nostra casella un documento di 400-500 pagine relative agli ordini del giorno pienamente accolti o accolti come raccomandazione dal Governo e che, tuttavia, non trovano mai applicazione da parte del Governo.
In conclusione, non spetta a me preannunciare il voto del mio gruppo su questo provvedimento, ma sono certo che Alleanza nazionale si esprimerà nel senso di contemperare l'esigenza di avere norme corrette e degne di uno Stato di diritto e quella di tanti giovani, in attesa di portare del pane ai propri figlioli (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Zacchera, che aveva chiesto di parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cento. Ne ha facoltà.
PIER PAOLO CENTO. Signor Presidente, ascoltando gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto - soprattutto di quelli del Polo e della Lega -, c'è da rimanere sorpresi per la distanza con cui oggi si affronta in quest'aula il dibattito sul complesso degli emendamenti presentati al decreto-legge al nostro esame rispetto a quello che, anche recentemente e in campagna elettorale, è stato raccontato ai 1.800 lavoratori che stanno aspettando la conversione in legge del decreto-legge quale atto dovuto, non solo per risolvere per diciotto mesi - quindi in maniera temporanea, parziale e non sufficiente - il problema di un posto di lavoro, ma anche per risolvere alcuni problemi funzionali della giustizia nel nostro paese relativamente all'attuazione delle norme sul giudice unico. Parlavo della distanza enorme tra ciò che si è raccontato - addirittura dicendo nelle assemblee dei lavoratori socialmente utili impegnati nel settore della giustizia: noi siamo per la vostra assunzione diretta, totale, indeterminata presso il Ministero della giustizia - e ciò che qui è stato detto dal Polo, dall'alleanza di centrodestra, ossia che questi soggetti sarebbero dei fannulloni, lavoratori che non si sa come siano arrivati a svolgere queste funzioni, ragion per cui si potrebbe quasi pensare che venga fatto una sorta di regalo da parte del Governo, che ha adottato questo decreto-legge e che ne sostiene con forza la conversione in legge. Eppure, questo decreto è in qualche misura un atto necessario ed indispensabile, che deriva, per così dire, direttamente da un ordine del giorno già approvato e da una discussione fatta prima in Commissione giustizia e poi in aula sul giudice unico. Dico questo perché la verità va detta e coloro che ci ascoltano è bene che sappiano che ai comportamenti politici fuori da quest'aula non sempre corrispondono atti coerenti nel momento in cui bisogna adottare responsabilmente delle decisioni.
Ovviamente noi verdi siamo favorevoli alla conversione in legge di questo decreto-legge senza emendamenti e anzi auspichiamo che questi ultimi, dilatori, inutili e tra di loro contraddittori, vengano ritirati, al fine di consentire, già da domani, una rapida approvazione del disegno di legge di conversione n. 6935.
Mi soffermerò su due punti fondamentali del decreto. Si tratta di 1.800 lavoratori socialmente utili che vedranno prorogato il loro contratto per diciotto mesi. Su di essi esiste un problema in ordine al quale richiamo, con serenità ma anche con determinazione, l'attenzione del Governo; mi riferisco al problema di una soluzione complessiva dell'intero comparto dei lavoratori socialmente utili e, nel caso in oggetto, al problema di individuare, trascorsi i diciotto mesi previsti, forme che diano stabilità a questi lavoratori. Inoltre la loro permanenza come lavoratori socialmente utili nel comparto della giustizia, è condizione indispensabile per poter mandare a regime la riforma del giudice unico. Se, infatti, noi togliamo questi lavoratori dai tribunali e dalle procure, il giudice unico, per così dire, non viene attivato e si paralizza anche il resto della giustizia italiana.
Il fatto che il Governo abbia affrontato, anche ricorrendo allo strumento del decreto-legge (del resto vi erano le condizioni di necessità ed urgenza per farlo), tale questione è un atto di responsabilità. Vi è poi la problematica relativa alle condizioni e alle mansioni di lavoro di questi 1.800 lavoratori, che non possono essere dimenticate perché spesso essi ricoprono qualifiche superiori rispetto a quelle per le quali sono stati assunti percependo stipendi al di sotto delle qualifiche ricoperte all'interno dei tribunali e delle procure della Repubblica. A ciò questo decreto dà una sanatoria parziale, per diciotto mesi. Ma nel decreto-legge al nostro esame - ed è questo il suo limite su cui da domani, quando, me lo auguro, verrà convertito in legge, noi dovremo cominciare a lavorare - mancano quelle soluzioni non demagogiche e concrete, capaci di definire un'assunzione progressiva di lavoratori nei ruoli dell'amministrazione della giustizia, fino a colmare i posti attualmente vacanti, non essendo a tale scopo sufficiente ricorrere alle graduatorie degli idonei, cosa che pure va fatta, al fine di soddisfare le esigenze di questo comparto.
Il modo in cui si è affrontato il problema dei lavoratori socialmente utili, relativamente al comparto della giustizia, l'incrocio fra un'emergenza vera di funzionalità di un servizio per tutti i cittadini e l'opera di queste 1.800 persone, devono essere per il Governo un esempio per affrontare il problema più generale dei lavoratori socialmente utili.
Alcuni giorni fa a Roma vi è stato un incontro con il delegato del ministro Salvi in ordine al cosiddetto decreto legislativo "svuota bacino" dei lavoratori socialmente utili. Nei fatti sappiamo che con tale decreto si rischia di non risolvere ed anzi di lasciare, dall'oggi al domani, alcune migliaia di persone senza lavoro.
Credo che l'esempio di come si sia affrontata da parte del Governo la questione dei lavoratori socialmente utili del comparto giustizia, dove un bisogno di lavoro si è unito all'esigenza di fornire un servizio, possa essere seguito anche per altri comparti.
Si converta domani questo decreto-legge. Mi auguro che il Parlamento e le opposizioni non giochino ad utilizzare strumentalmente una vicenda che riguarda la vita di uomini e di donne che lavorano. Si tratta di battaglie politiche legittime, ma che hanno altra rilevanza e altro carattere. Anche nei toni di alcuni interventi svolti oggi in aula, soprattutto da parte da deputati della Lega nord, si tenga conto che l'insulto al lavoratore socialmente utile di questo, come di altri comparti, non è accettabile.
Si può discutere sulle modalità attraverso le quali si è giunti a questa soluzione, si possono avere opinioni diverse su come questa categoria sia andata man mano ingrossandosi - e sappiamo che nelle regioni del centro-sud nessuno è esente da responsabilità relativamente al fatto che il numero dei lavoratori socialmente utili è andato, nel corso degli anni, "gonfiandosi" oltre le previsioni -, ma nessuno può giocare a non valorizzare il ruolo, spesso fondamentale, nello svolgimento di alcune funzioni (come, ad esempio, nel settore della giustizia, ma non solo) che questa categoria è andata assumendo e di cui oggi attende il riconoscimento. Credo che, più in generale, essa attenda una risposta da questo Parlamento alla propria domanda di reddito, di lavoro e di dignità.
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 720 del 10/5/2000
...
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 4524 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2000, n. 54, recante autorizzazione al Ministero della giustizia a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con soggetti impegnati in lavori socialmente utili, al fine di garantire l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado (approvato dal Senato) (6935) (ore 9,10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2000, n. 54, recante autorizzazione al Ministero della giustizia a stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con soggetti impegnati in lavori socialmente utili, al fine di garantire l'attuazione della normativa sul giudice unico di primo grado.
Ricordo che nella seduta di ieri hanno avuto luogo gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (per gli articoli <..\sed719\69350001.htm#dl> e gli emendamenti <..\sed719\69350003.htm#eme> vedi l'allegato A al resoconto della seduta di ieri - A.C. 6935 sezioni 1, 2 e 3).
(Ripresa esame degli articoli - A.C. 6935)
PRESIDENTE. Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
MICHELE RICCI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative, ad eccezione degli emendamenti Mantovano 1.1 (limitatamente alle parti ammissibili), Michielon 1.13, 1.14 e 1.15 e Cangemi 1.37, che la Commissione invita i presentatori a ritirare eventualmente trasfondendone il contenuto in appositi ordini del giorno, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARIANNA LI CALZI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Vi è richiesta di voto nominale?
ELIO VITO. Sì, a nome del gruppo di Forza Italia, chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Sta bene.
PRESIDENTE. Colleghi, come ho preannunciato, propongo di sospendere l'esame del provvedimento per passare al successivo punto all'ordine del giorno.
ALESSANDRO CÈ. Signor Presidente, sono ovviamente favorevole alla sua proposta di inversione dell'ordine del giorno; tuttavia, vorrei chiederle un chiarimento su come procederanno i lavori in quest'aula. Abbiamo perso la bellezza di 2 ore e mezza, conseguentemente alla richiesta formulata dal collega Stucchi della Lega nord Padania - e da me suggerita - anche sulla base degli accordi e delle chiarificazioni che il Governo aveva fornito sul provvedimento riguardante l'ANFFAS e gli interventi assistenziali in favore dei disabili con handicap intellettivo. Alle 9,30 avevamo chiesto l'inversione dell'ordine del giorno. Eravamo disposti a far procedere velocemente l'esame di un provvedimento che, pur presentando aspetti negativi ed oscuri (che andremo a discutere), ci sembrava fosse giusto portare a compimento in termini brevi, per non rischiare la decadenza del decreto-legge. Ebbene, l'onorevole Guerra ci ha risposto che la nostra proposta era strumentale e vergognosa (Commenti del deputato Guerra)! È vero, lo sta anche confermando. Dunque, vorrei chiedere a lei e a tutta la maggioranza come mai, adesso, abbiate cambiato idea. Vuol dire che...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cè, la interrompo per precisare che la proposta di inversione dell'ordine del giorno è del Presidente.
ALESSANDRO CÈ. Ma mi risulta che essa esca anche dalla...
PRESIDENTE. Sì, è il portato della Conferenza dei presidenti di gruppo e della proposta del Presidente.
ALESSANDRO CÈ. Mi risulta che la proposta esca dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha rivalutato la questione. Vorrei, dunque, formulare la seguente domanda: è certamente possibile, visto che lei lo sta facendo, ma mi chiedo se sia rispettoso della sovranità dell'Assemblea riproporre una richiesta che è stata bocciata - tra l'altro, ampiamente - poche ore fa.
Vorrei poi rivolgermi all'onorevole Guerra, per aver formulato giudizi che hanno una caratteristica pregiudiziale nei confronti del mio gruppo; guarda caso, qualsiasi proposta, anche la più meritevole di attenzione (quale quella che avevamo formulato questa mattina relativamente ai disabili con handicap intellettivo), viene giudicata in maniera completamente sbagliata! Tutto quello che viene dalla Lega nord Padania viene considerato strumentale, vergognoso ed ostruzionistico! Certe volte, un po' di umiltà in più e la volontà di esaminare le cose per come sono realmente non guasterebbero né a lei, né alla maggioranza che lei, in quel caso, ha rappresentato (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega nord Padania, di Forza Italia e di Alleanza nazionale)!
FRANCESCO GIORDANO. Signor Presidente, vorrei rapidamente e pacatamente esprimere le ragioni del perché siamo nettamente contrari alla proposta di inversione dell'ordine del giorno. Precedentemente, questa Assemblea ha votato in maniera inequivoca. Ritengo, dunque, che non vi sia nessuna ratio che sostenga le ragioni di una inversione dell'ordine del giorno. Comprenderei se tutto ciò avvenisse in una logica di accordo tra le parti, per cui ci fosse la garanzia che, immediatamente dopo, la Lega nord Padania dismettesse l'ostruzionismo.
La verità - voglio rivolgermi anche ai colleghi del centrosinistra - è che la Lega nord Padania non dà tale garanzia. Pertanto, invertendo l'ordine del giorno, accoglieremmo la richiesta precedentemente sostenuta dalle destre senza avere alcuna garanzia che il provvedimento venga accolto o, quanto meno, possa avere un iter normale e, quindi, che il decreto-legge possa essere convertito. Non capisco, dunque, questo scambio a perdere.
Mi capita raramente, in questa fase, di sostenere le ragioni del Governo per cui, una volta che posso farlo, mi sia consentito. Sul provvedimento in esame, relativo ai lavori socialmente utili, il Governo aveva raggiunto un possibile accordo (è bene che l'Assemblea e l'opinione pubblica lo sappiano) con il gruppo della Lega nord Padania, che poi ha valutato negativamente. Il possibile accordo - onorevole Buontempo, glielo dico per onestà - prevedeva l'assunzione in forme ragionate entro sei mesi - e quindi la stabilità - di una quota parte di quei lavoratori socialmente utili, esattamente l'obiettivo per cui si batte la Lega...
GIACOMO CHIAPPORI. Quando?
DANIELE MOLGORA. Ma dov'eri tu?
FRANCESCO GIORDANO. Leggetelo, l'ordine del giorno!
L'accordo non prevedeva (Commenti del deputato Chiappori)...
PRESIDENTE. Onorevole Chiappori, per favore: lo chieda al suo presidente, che le spiegherà tutto.
FRANCESCO GIORDANO. Vorrei poter concludere, signor Presidente, anche perché non ho davvero intenzione di polemizzare e vorrei intervenire con estrema calma.
Dicevo che l'accordo, contemporaneamente, non metteva in discussione, come invece lasciava intuire l'onorevole Buontempo, neanche la situazione di coloro che naturalmente avrebbero avuto ragione di partecipare ad un concorso pubblico. Quindi, non c'erano contrapposizioni: era una soluzione giusta che, tra l'altro, noi avevamo sostenuto anche con un nostro ordine del giorno.
Invece, signor Presidente, il provvedimento concernente l'ANFFAS, che dovremmo discutere adesso, non ha sicuramente la stessa urgenza - non fosse altro perché scade il 15 -, ma mi permetto di dire che forse, se esaminiamo bene la questione, essa potrebbe essere addirittura risolta per via amministrativa. Tuttavia, non voglio entrare nel merito, la verità è che noi anteponiamo a 1.850 lavoratori socialmente utili la sanatoria di una situazione debitoria dell'ANFFAS di Napoli.
Guardate che le associazioni degli invalidi hanno molto da dire su questo decreto-legge, quindi si tratta di un provvedimento controverso e tutto il mondo dell'handicap ha espresso contrarietà alla soluzione proposta. In ogni caso, vi sono 1.850 lavoratori di fronte alla situazione debitoria decennale - perché proviene da lunga vicenda - dell'ANFFAS di Napoli. Si tratta, ripeto, di uno scambio a perdere ed io mi rivolgo a voi, colleghi, veramente con passione e con sincerità: una volta tanto, facciamo una battaglia vera, proseguiamo l'esame del provvedimento sui lavoratori socialmente utili e facciamo assumere alle destre le loro responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti), se le destre, che oggi si coprono con l'attacco della Lega, vorranno prendersi la responsabilità di mandare a casa questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti)!
PRESIDENTE. Colleghi, poiché è stata chiesta la ragione della proposta del Presidente, che effettivamente va contro quanto è stato deliberato poco fa dall'Assemblea, vorrei spiegarne il motivo. Il Presidente a volte può avanzare delle proposte per ragioni diverse da quelle per le quali l'Assemblea delibera o propone: sono due piani diversi, vorrei chiarire questo aspetto. I colleghi, i presidenti di gruppo e le parti politiche decidono sulla base di indirizzi politici, orientamenti e strategie nei quali il Presidente non entra.
Io ho svolto la seguente riflessione e voglio sottoporla alla vostra attenzione: mi è stato detto che sul decreto-legge concernente l'ANFFAS non c'è ostruzionismo; esso scade il 19 maggio, cioè sostanzialmente oggi, considerato che in pratica oggi chiudiamo i nostri lavori, almeno sulla base delle deliberazioni finora assunte, in quanto la prossima settimana non vi sarà seduta, perché è quella che precede i referendum. Pertanto, i due decreti-legge di fatto scadono entrambi oggi. Volevo chiarire questo punto. Sulla base di queste valutazioni, mi è sembrato che, piuttosto che mandare al macero due decreti, quindi da una parte i 1.850 lavoratori e le loro famiglie e dall'altra parte l'ANFFAS, fosse più utile indurre la Camera a misurarsi sul decreto-legge sul quale non c'è ostruzionismo, riservandomi, alle 21, di valutare la situazione con i presidenti di gruppo (Applausi del deputato Cè) per verificare se sarà necessario intervenire e in che termini.
È questa la ragione per la quale il Presidente ha avanzato la sua proposta. Si tratta, comunque, di una valutazione che lascia le parti politiche del tutto libere di deliberare in un modo o nell'altro. Oggi giustamente il presidente Pagliarini ha richiamato tutte le parti alla responsabilità: ebbene, la responsabilità del Presidente è quella di guidare i lavori in modo che arrivino possibilmente a dei risultati utili per il paese. È questa, ripeto, la ragione per cui ho avanzato la proposta, ma le parti naturalmente sono libere di deliberare nel modo che riterranno più opportuno.
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Vorrei manifestare l'accordo del Governo alla proposta avanzata dal Presidente, sostenendola con le considerazioni che mi appresterò a svolgere brevemente.
Ritengo che l'atteggiamento assunto dai deputati del gruppo della Lega nord Padania sia grave e antistituzionale...
ALBERTO LEMBO. È legittimo!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Non ho detto illegittimo.
TEODORO BUONTEMPO. Non può un ministro dire questo in aula! Presidente!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Ricordo che nella Conferenza dei presidenti di gruppo (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non potete impedire al ministro di intervenire. Se qualcuno vorrà prendere la parola, lo potrà fare.
Mi scusi, signor ministro. Colleghi, stiamo attenti ad alcune regole: non si può impedire ad un parlamentare o ad un ministro di intervenire in aula (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Dopo, chiunque potrà intervenire e criticare anche duramente, come spesso si fa. Quindi, ascoltate e solo dopo chiedete la parola, criticando, se vorrete. Questo è un elemento essenziale della democrazia parlamentare.
ANTONIO SAIA. Non la conoscono!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Dicevo che è stato un atteggiamento grave e vorrei ricordare che nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che si è svolta poche ore fa, è stato sollecitato un atteggiamento diverso dei deputati della Lega non soltanto dai presidenti di gruppo della maggioranza, ma anche da quelli delle altre forze parlamentari, comprese quelle che della Lega sono alleate. La scelta di continuare l'ostruzionismo non è rivolta solo a questo punto, nei confronti della maggioranza, ma di tutto il Parlamento. Per questo motivo giudico tale scelta legittima, ma irresponsabile (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)...
PIERGIORGIO MASSIDDA. Come il vostro Governo!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. La giudico tale, perché la legittimità si può accompagnare all'irresponsabilità: non sono due concetti contraddittori (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e dei Popolari e democratici-l'Ulivo).
Questo atteggiamento è tanto più grave quando si usano argomenti - mi riferisco al resoconto stenografico dell'intervento di questa mattina del presidente del gruppo della Lega onorevole Pagliarini - tali da indurre, seguendo la logica formale di quel ragionamento, a votare a favore. Infatti, dire che non bisogna tenere i lavoratori disoccupati "disoccupati", dire che bisogna utilizzarli in modo sociale, dire e rivendicare - come ha fatto Pagliarini - che addirittura lui per primo, anni fa, si è battuto affinché coloro che sono eccedenti e hanno una qualifica vengano utilizzati, dovrebbe portare a considerare positivamente...
GIACOMO CHIAPPORI. Cassaintegrati!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. ...un provvedimento che va proprio nella direzione di utilizzare competenze, capacità, professionalità, disponibilità di lavoro per un'utilità sociale, credo da nessuno negata, come il funzionamento degli uffici giudiziari.
Allo stesso modo, ritengo che bisogna evitare di essere ipocriti tra di noi, se non vogliamo togliere definitivamente qualsiasi dignità alla politica (Commenti del deputato Caparini).
Non ha alcun senso dire: "È molto semplice: assumeteli!". Onorevole Pagliarini, lei è stato anche ministro: siamo parlamentari di questa Repubblica e sappiamo benissimo quali sono le leggi e le norme che regolano il funzionamento della funzione pubblica; sa benissimo che non basta dire, come se fossimo al bar dello sport: "assumeteli domani mattina per risolvere il problema", perché questo non è il bar dello sport, ma il Parlamento della Repubblica e, quando si interviene qui dentro, bisogna avere senso di responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dei Popolari e democratici-l'Ulivo, dei Democratici-l'Ulivo, Comunista e misto-Verdi-l'Ulivo).
Non eludo anche le obiezioni di merito. Vedo che il parlamentare che usa la parola "bugiardo" con tanta facilità nel frattempo se ne andato.
ANTONIO LEONE. Lo vado a chiamare!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Se rientra in aula gli do la risposta che mi ha sollecitato.
Per quanto riguarda le questioni di merito che sono state poste, credo si possa discutere. Nella discussione che si è svolta in questi giorni, ieri e stamattina, all'obiezione avanzata dai deputati del gruppo della Lega di arrivare ad un superamento dell'utilizzo dei LSU e ad una stabilizzazione dei lavoratori che, utilizzati in questi anni, hanno acquisito competenza, ho risposto positivamente.
Il presidente Pagliarini ed anche gli altri che hanno partecipato alla Conferenza dei presidenti di gruppo sanno che il Governo ha proposto un ordine del giorno che recepiva le istanze avanzate dalla Lega. In tale ordine del giorno era scritto che ci si impegnava al graduale superamento dei LSU, a presentare entro sei mesi la pianta organica del Ministero della giustizia, a bandire i contratti per le carenze di organico conseguenti ed anche, come ha chiesto l'onorevole Pagliarini nella riunione dei presidenti di gruppo, ad individuare le forme di stabilizzazione definitiva del rapporto di lavoro per quei lavoratori LSU che sulla base della comprovata esperienza hanno acquisito una funzione, una competenza ed una professionalità che sono utili e che credo sia interesse di tutti non buttare via.
Chi sono questi lavoratori che vengono utilizzati (ovviamente ci sono utilizzi diversi)? Ci sono 230 - e non 5 o 6 - operatori informatici; vi sono 450 diplomati e operatori che hanno funzioni amministrative e d'ufficio di varia natura; vi sono lavoratori che sono addetti a funzioni ausiliarie. È stata fatta della facile ironia sugli uscieri, ebbene vorrei invitare i molti avvocati, che sono anche parlamentari, a spiegare cosa fa un usciere negli uffici e nei tribunali della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e Comunista). Gli uscieri non sono persone che stanno sedute, ma trasferiscono quotidianamente i fascicoli dagli archivi alle aule in cui si celebrano i processi; devono garantire il tempestivo trasferimento degli atti registrati, fanno le famose fotocopie che tutti gli avvocati si lamentano di non riuscire ad avere in tempi rapidi. Una organizzazione complessa qual è quella della giustizia è fatta di tante cose; è fatta del procuratore generale della Cassazione ma anche di uscieri che svolgono il proprio lavoro e funziona, se tutto funziona. È chiaro?
La demagogia (Commenti dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e del deputato Losurdo) ...la demagogia non aiuta a risolvere i problemi! La demagogia può forse consentire di fare un discorso, un comizio, ma non risolve alcun problema!
Sono queste le ragioni in base alle quali abbiamo considerato utile ed opportuno rinnovare questo decreto, dicendo - lo ribadisco (ed era scritto nel testo dell'ordine del giorno) - che nei diciotto mesi di vigenza di questo decreto avremmo operato per arrivare alla definizione della pianta organica, superando l'utilizzo straordinario e transitorio di questi lavoratori e di questo strumento.
Vi era quindi un atteggiamento serio, responsabile e disponibile per fare in modo che gli uffici giudiziari potessero continuare a funzionare e al tempo stesso si mettesse mano ad un graduale superamento di quello strumento, secondo quanto richiesto dalla Lega ma anche da altre forze di questo Parlamento.
UMBERTO GIOVINE. Lo farete come nelle carceri!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Non lo si vuole fare! Si è tentato in ogni modo di ragionare ed io credo - per interloquire con il collega che ha posto questo problema - che stamane la maggioranza abbia votato contro la proposta di inversione dell'ordine del giorno perché c'era una richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo formulata dall'onorevole Manzione; abbiamo valutato che si dovesse ancora portare avanti ogni possibilità di ragionamento in quella sede, per vedere se si poteva arrivare ad una soluzione.
Nel momento in cui qualsiasi possibilità di ragionamento risulta vana, al punto che perfino la maggioranza dell'opposizione, tramite i propri presidenti di gruppo, trovava ragionevole la proposta (e nonostante ciò il Polo non è riuscito o non ha voluto far valere questa sua convinzione nei confronti della Lega al punto da indurla ad un atteggiamento responsabile)...
GIANCARLO GIORGETTI. Siamo autonomi!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. ...dobbiamo prendere una decisione.
Penso che la proposta che ha avanzato il Presidente della Camera dei deputati debba essere accolta per senso di responsabilità. Se procedessimo secondo l'ordine dei lavori fin qui seguito, rischieremmo due danni: la non conversione del decreto-legge relativo ai lavoratori socialmente utili impegnati al Ministero della giustizia e la non conversione del decreto-legge relativo all'assicurazione degli interventi assistenziali in favore dei portatori di handicap.
Dico chiaramente che la politica non può mai essere così autoreferenziale da dimenticare di essere al servizio dei cittadini. È un principio morale prima ancora che...
GIOVANNI FILOCAMO. Grazie, maestro!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Lo ribadisco e lo confermo: non è un problema di essere maestro, ma di sapere a cosa serva la politica. Si tratta di sapere...
PIERGIORGIO MASSIDDA. Ma come ti permetti! Credi di saperlo tu?
PRESIDENTE. Onorevole Massidda, la richiamo all'ordine!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Si tratta di sapere (Proteste dei deputati del gruppo di Forza Italia)... Si tratta di sapere se vogliamo qui, oggi, approfondire ulteriormente un solco, che è già grande, tra politica e cittadini o se ci assumiamo la responsabilità di compiere un piccolo atto per dimostrare che la politica, in primo luogo, ha in testa i cittadini, i loro bisogni e le loro esigenze.
PAOLO ARMAROLI. Andiamo a votare!
PIERO FASSINO, Ministro della giustizia. Per questa ragione ritengo si debba accettare la proposta del Presidente Violante. In ogni caso - e questa è responsabilità che il Governo e, presumo, la maggioranza che lo sostiene sentono di avere - non pensiamo che alcun provvedimento legislativo possa essere materia di danno nei confronti dei cittadini. Non vogliamo, quindi, che un dibattito così aspro e così complesso sul provvedimento relativo ai lavoratori socialmente utili si traduca in una penalizzazione drammatica nei confronti dei portatori di handicap, che sarebbe ingiusta, tanto più che si tratta di cittadini che, proprio per la condizione di portatori di handicap, hanno bisogno più di altri di essere tutelati e rispettati.
L'inversione dell'ordine del giorno può consentire, se si ha la volontà politica - e mi rivolgo a questo punto non più alla Lega, stante l'atteggiamento di pregiudizio che ha, ma ai parlamentari dell'opposizione degli altri gruppi, anche sulla base di quello che i loro presidenti hanno dichiarato nella Conferenza dei presidenti di gruppo, cioè un impegno reale a concorrere ad una soluzione positiva su entrambi i provvedimenti - di approvare il decreto-legge sui portatori di handicap e di non far gravare su di loro un'ingiusta penalizzazione, di proseguire i lavori e di giungere all'approvazione del decreto-legge sui lavoratori socialmente utili, in modo tale che anche questo altro comparto così importante della nostra vita che è la giustizia non soffra un ingiusto danno.
Nel momento in cui avanziamo questa proposta, o meglio condividiamo la proposta del Presidente, ci assumiamo naturalmente una responsabilità. Lo facciamo consapevoli del fatto che tra i compiti di una maggioranza vi è anche quello di sopperire con la propria responsabilità alla mancanza di responsabilità altrui (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, dei Popolari e democratici-l'Ulivo e Comunista).
PIERGIORGIO MASSIDDA. Ridateci Diliberto!
TEODORO BUONTEMPO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TEODORO BUONTEMPO. Onorevole Presidente, abbiamo appreso che il ministro Fassino è espertissimo nel lavoro degli uscieri che è estremamente rispettabile, ma siamo stanchi di questi sermoni, ieri dell'onorevole Soro, oggi di Fassino e di altri.
Il Parlamento finché non viola...
SERGIO SABATTINI. Torna all'ovile!
TEODORO BUONTEMPO. Prego?
SERGIO SABATTINI. Torna all'ovile da cui vieni!
MAURIZIO GASPARRI. Comunista!
GIOVANNI FILOCAMO. Tornate nei porcili!
PRESIDENTE. Onorevole Sabattini, la richiamo all'ordine!
GUSTAVO SELVA. Ma dovete andare a casa, questo dovete fare, non ve ne rendete conto (Dai banchi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale si grida: "A casa!")?
PRESIDENTE. Colleghi, onorevole Selva, ho richiamato all'ordine l'onorevole Sabattini.
MAURIZIO GASPARRI. Mascalzone!
PRESIDENTE. Onorevole Gasparri!
Prego, onorevole Buontempo.
TEODORO BUONTEMPO. Signor Presidente, anche le dichiarazioni del collega dimostrano che sono all'affanno, stanno impazzendo (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania), non capiscono più, stanno diventando irrazionali; lo dimostrano anche le dichiarazioni del collega, che invito all'ovile insieme a me nella città reale, dove c'è la gente che non vi vota più perché l'avete ingannata, nelle periferie, tra i ceti più disagiati (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania). Voi, la sinistra, avete preso i voti di questa gente e voi l'avete ingannata. Venga nell'ovile con me, nella periferia di Roma e vedrà quanti sputi in faccia prenderà dagli elettori del suo partito (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania)! Si vergogni!
Comunque, Presidente, siamo abituati a ben altro che a questi "gnacchetti"...
PRESIDENTE. Anch'io. Andiamo avanti.
TEODORO BUONTEMPO. Anche lei.
Presidente, finché il Parlamento rispetta il regolamento, deve essere rispettato. I colleghi della maggioranza non possono far finta di non sapere che c'è un problema a monte: è il Governo Amato, che è un'usurpazione del Parlamento, della libertà dei cittadini di scegliere il Presidente del Consiglio e la maggioranza che lo deve votare. Questo è il punto politico che ritroverete ad ogni provvedimento (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo). Quindi, risparmiatevi e risparmiateci le vostre lagne, perché noi vogliamo che questo Governo dimostri la sua incapacità, perché è un collante di disperati che sono saliti sulla zattera della sopravvivenza politica (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale e di Forza Italia). Questa è la verità!
Noi ci siamo battuti contro i lavori socialmente utili non da oggi, ma dal primo giorno, perché li riteniamo un inganno ed un ulteriore strumento di emarginazione, dal momento che tolgono ai giovani la speranza di poter costruire il futuro. Quello che state facendo è un inganno (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). Questa è la verità!
Noi siamo contro, caro onorevole Fassino: rispetti il Parlamento. Lei non è nella sede dell'ex partito comunista, dove dava gli ordini. Qui siamo eletti dal popolo, ha capito (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza nazionale, di Forza Italia e della Lega nord Padania)?
FRANCESCO BONITO. Cretino!
TEODORO BUONTEMPO. Possiamo convenire allora sull'inversione dell'ordine del giorno, perché ci rendiamo conto che danneggeremmo i portatori di handicap nello scontro politico che è in atto (Proteste del deputato Giordano) e non ve lo dovete mai dimenticare. Lei, qui, però, lezioni di libertà e di democrazia non ne viene a fare e non le fa nemmeno a me che vengo dall'estrema destra e ne sono orgoglioso, va bene?
DOMENICO IZZO. Fascista!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di sospendere l'esame del disegno di legge di conversione n. 6935 e di passare al successivo punto all'ordine del giorno.
(È approvata).
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