31 ottobre 2000


Qualche delucidazione....

Quì di seguito riporteremo il "protocollo d'ntesa del 20/10/00, ed in corsivo scriveremo le "nostre" spiegazioni.

Nella sede del Dipartimento del territorio una delegazione composta dal Direttore Generale e da altri Dirigenti del Dipartimento ha incontrato una rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali CGIL-FP, CISL-FPS, UIL-PA e UNSA-SALFI.

La riunione, che fa seguito ai precedenti incontri del 21/09/2000 e del 5/10/2000 tenutesi rispettivamente presso la sede del Ministero delle Finanze (presieduto dal Capo della Segreteria dell'On.le Ministro) e presso la sede del Dipartimento, ha lo scopo di definire un accordo per individuare un percorso - con tempi e modalità - per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili (L.S.U.), già impegnati presso il Dipartimento nel progetto "Catasto", nei ruoli delle costituende Agenzie Fiscali.

Le 00. SS. prendono atto che l'Agenzia del territorio è impegnata per il triennio 2001 - 2003 in attività straordinarie per la completa eliminazione degli arretrati catastali e delle conservatorie, al fine di costituire l'Anagrafe dei beni immobiliari - prevista dall'art. 64 del d.lgs. 30 luglio 1999 n. 300 - e la nuova banca dati integrata catastale, per migliorare i servizi resi all'utenza e per decentrare parte delle sue funzioni agli Enti locali. Dette attività comporteranno un impegno lavorativo di una rilevante entità in termine di risorse professionali da utilizzare, senza considerare quelle necessarie per l'avvio delle procedure di revisione degli estimi.

Dunque viene motivato, al fine del recupero diell'arretrato del Catasto, (tempo stimato tre anni), un percorso di stabilizzazione che passa attraverso una proroga di sei mesi ed un contratto di 18mesi, pari a due anni di lavoro nell'Agenzia del Territorio, che ci condurranno sino alla fine del 2002. Anno nel quale dovrà essere completata la stabilizzazione affinché il 2003 si parta con un tempo indeterminato.

Le Organizzazioni Sindacali convengono che, per il raggiungimento di detti obiettivi nei tempi programmati, considerato l'attuale organico del Dipartimento che dovrà dare vita a due distinte Agenzie, i lavoratori socialmente utili - avendo acquisito esperienza e professionalità specifiche -
costituiscono certamente un'indispensabile risolutiva risorsa.

Al riguardo, il Dipartimento del territorio, nel confermare l'intento di perseguire l'obiettivo della stabilizzazione dei lavoratori in argomento nel corso del prossimo triennio, ritiene indispensabile individuare soluzioni per potersi avvalere delle suddette risorse, anche con modalità innovative.

Considerato che le Agenzie devono determinare le proprie dotazioni organiche di personale, il Dipartimento del territorio terrà conto nella elaborazione delle relative ipotesi quali-quantitative in corso di definizione delle esigenze di inserimento di dette risorse nelle forme e con le modalità che dovranno essere compatibili con le normative regolamentari e con le disponibilità finanziarie.
In particolare, ai fini del processo di stabilizzazione si dovrà tenere conto sia delle vacanze che si determineranno nel ruolo tecnico anche a seguito del "turn over", come anche dell'effettiva distribuzione sul territorio dei carichi di lavoro.

La frase sottolineata ha gettato nel panico moltissimi colleghi. No certamente non si sbagliano, si parla chiaramente di trasferimenti. Mobilità territoriale sicuramente acmbiare sede dell'ufficio ma tale evenienza non si concreterà prima del 2003; se si concreterà!

In considerazione della situazione particolarmente dinamica ed evolutiva in atto presso il Dipartimento, verrà promossa una "soluzione ponte" attraverso un emendamento al disegno di legge rìguardante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001)" attualmente all'esame della Camera dei Deputati (A.C. 7328), che, salvo più appropriate formulazioni di tipo tecnico - finanziario, potrebbe essere conforme a quello allegato al presente verbale (
v. all. 1)

Resta, infatti, inteso che nella stesura del Regolamento d'Amministrazione verrà verificata la possibilità di inserire una apposita norma che consenta la stabilizzazione definitiva dei lavoratori in questione nell'ambito delle Agenzie fiscali. A tal fine le parti dedicheranno particolare attenzione a questo aspetto nei previsti momenti dì confronto.

La questione io la vedo molto semplicemente in quest'ottica: i LSU sono stati chiamati tramite liste di collocamento dove erano inseriti disoccupati di lunga durata e chi aveva perso il lavoro, che avevano un titolo tecnico, geometra, perito edile e perito agrario, e delle specifiche conoscenze, di computer e catasto. Hanno quindi superato già una selezione. In seguito, con due anni continui ed ininterrotti di esperienza professionale e con notevoli investimenti per l'approfondimento della loro conoscenza nell'ambito catastale, hanno messo a punto un profilo profesionale insostituibile. Dunque con una selezione per titoli, rivolta prioritariamente ai tecnici LSU che hanno operato nel catasto, potranno stipulare contratti per 18 mesi full time con il M.FF. e l'Agenzia del Territorio. Alla fine degli uletriori 18 mesi di contratto con l'Ente, dopo l'inserimento di una opportuna norma nello statuto e nei regolamenti dell'Agenzia, passeranno di ruolo a tempo indeterminato nell'Agenzia del territorio.

Nelle more dell'attuazione di quanto sopra concordato si procederà a prorogare l'attività in corso fino al 30 aprile 2001, facendo fronte al relativo onere a carico dell'Amministrazione, prelevando le risorse necessarie dalle disponibilità di cui all'art. 3 comma 193 della L. 18.12.1995, n. 549.

Per effetto di quanto concordato il Ministero delle finanze organizzerà un apposito incontro con il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per promuovere l'adeguamento al contenuto del presente verbale del protocollo d'intesa del 29 marzo 2000.
Roma, 20 ottobre 2000

Da il sole24 ore di venerdì 27 ottobre 2000

Guida agli istituti delle relazioni sindacali con i quali le amministrazioni dovranno fare i conti dopo l’approvazione delle "code"
Contratti: check-up in periferia
Il sistema delle relazioni sindacali ha assunto una funzione di fondamentale importanza nella gestione del personale del settore pubblico, quale diretta conseguenza del completamento del processo di privatizzazione del rapporto di lavoro.
In tale contesto anche gli enti locali, indipendentemente dalla loro consistenza demografica, sono chiamati ad applicare le norme contrattuali tenendo conto del nuovo contesto in cui il processo decisionale relativo alla politica del personale deve svilupparsi.
Le cosiddette "code contrattuali" disciplinano vari aspetti di carattere economico e giuridico non contemplati nei precedenti contratti del 31 marzo e del 1° aprile 1999 e introducono inoltre la possibilità per gli enti di avvalersi di forme flessibili di costituzione del rapporto di lavoro, prima tipicamente consentite solo per il settore privato.
Le cautele iniziali, che appaiono evidenti nelle disposizioni contrattuali, tendono a privilegiare i momenti di confronto, particolarmente laddove le decisioni dell’ente possono influire in maniera decisiva sulla consistenza numerica e qualitativa del personale e sulla natura del rapporto di lavoro che viene instaurato. Ciò che viene chiesto, in altri termini, è che le decisioni di avvalersi delle forme di lavoro flessibile siano dettate da reali esigenze od obiettivi programmatici oggettivamente riscontrabili, e non da semplice improvvisazione.
La scomparsa dei controlli esterni e la conquistata autonomia organizzativa degli enti locali fanno sì che la partita dell’organizzazione intesa nel suo complesso venga ora giocata su altri tavoli, e che i protagonisti svolgano il loro ruolo con spirito di collaborazione reciproca, ma senza rinunciare alle proprie prerogative.
L’informazione, la concertazione e la contrattazione decentrata integrativa sono quindi strumenti dei quali avvalersi normalmente per attuare le politiche del personale, e risultano ulteriormente rafforzati dalle previsioni delle "code contrattuali".
Nei prospetti pubblicati a lato sono evidenziati gli articoli delle "code" che prevedono l’applicazione degli istituti delle relazioni sindacali.
Sergio Albenga


Da il sole24 ore di venerdì 27 ottobre 2000

I LSU a fine anno caleranno del 40% - Difficoltà in Campania e Calabria Gli Lsu ritrovano un posto ma al Sud è ancora emergenza
La cura del Governo per ridurre il numero dei lavoratori sociali al Mezzogiorno stenta a funzionare.
Anche se i dati complessivi sono buoni, le liste di Lsu si sono infatti assottigliate, al Sud la situazione resta critica. Una conferma è arrivata dall’audizione di ieri alla Camera del sottosegretario al Lavoro, Raffaele Morese, che ha annunciato l’ennesima proroga dei progetti per gli Lsu anche se solo per le regioni che firmeranno convenzioni con il ministero. A parte il caso della Sicilia, che ha ricollocato molti lavoratori, la situazione è peggiorata in Calabria dove le liste sono addirittura cresciute mentre in Campania non sono stati fatti passi in avanti.
Insomma, aprile 2001 doveva essere la data definitiva entro la quale chiudere i rubinetti ma anche questa volta il Governo non ce la fa. Troppo forti le pressioni delle Regioni visto che oltre la proroga il Lavoro si appresta a dare "il via libera" alle assunzioni pubbliche di Lsu ma solo se fatte da enti locali con bilanci in attivo. Anche sulla fascia degli ultracinquantenni il Governo sarà di manica larga: metterà infatti a disposizione l’intera contribuzione (non solo la metà) per sostenere gli Lsu over 50.
Il bilancio di Morese comunque è positivo: entro la fine del 2000 i lavoratori socialmente utili si ridurranno di oltre il 40% rispetto al giugno del ’99 passando da 109.651 a 62.395 complessivi. Il dato di fine giugno 2000 indica 82.124 Lsu
"Di questi — ha spiegato Morese — 19.729 sono in corso di stabilizzazione nei ministeri con contratti a termine, impieghi in cooperativa e in società miste. In pratica entro la fine dell’anno i lavoratori sociali in carico delle Regioni saranno 62.395". Secondo i dati diffusi da Morese tra i 27.527 lavoratori sociali (Lsu) usciti dal circuito circa la metà lo hanno fatto grazie al prepensionamento (13.941) mentre il resto ha trovato lavoro in aziende private, in società miste pubblico-private e in cooperative.
Tra le regioni che hanno ridotto di più il bacino dei lavoratori sociali ci sono la Sicilia (3.944 già usciti su 13.430 e 1.844 in via di stabilizzazione) e
il Lazio (3.410 usciti su 8.919 e 2.273 in via di stabilizzazione). Molto più contenuto il calo del bacino della Campania con 3.770 usciti su 27.883 lavoratori sociali e 6.455 in via di stabilizzazione mentre ha registrato addirittura un aumento il bacino della Calabria passando dal 1999 al 2000 da 9.810 lavoratori sociali a 10.118. Può cantare vittoria invece il Nord anche se le dimensioni del problema Lsu erano piuttosto contenue rispetto al Mezzogiorno: in Piemonte, infatti, entro il 2000 gli Lsu potrebbero essere appena 1.676, in Lombardia 276, in Veneto 404.
Li.P.


Da il sole24 ore di venerdì 27 ottobre 2000

Ministero finanze
Il Comitato-guida per la riforma ha presentato l’assetto organizzativo del ministero Finanze, dalla cura dimagrante riemerge un Secit "sdoppiato"
ROMA Nasce il ministero snello, ma la dieta non si è rivelata ferrea come le premesse lasciavano intendere. E mentre prendono decisamente quota le funzioni di studio e analisi delle politiche fiscali, la vigilanza resta una scommessa da riempire di contenuti. Queste le caratteristiche di fondo del futuro ministero delle Finanze, quali emergono dalla bozza definitiva del "regolamento d’organizzazione" presentato nei giorni scorsi dal comitato-guida per l’attuazione della riforma e passato al vaglio dei ministri del Tesoro, delle Finanze e della Funzione pubblica.
Il documento, che vedrà ufficialmente la luce in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri, conferma pienamente le anticipazioni fornite nelle scorse settimane da "Il Sole-24 Ore" (si veda, in particolare, l’edizione del 26 settembre). Il ministero sarà costituito da un unico dipartimento, articolato in otto uffici di livello dirigenziale generale, per un totale di 860 dipendenti. A questa struttura si deve, poi, aggiungere lo staff di diretta collaborazione con il ministro, composto da 220 persone più il Secit.
E proprio il Servizio degli ispettori tributari è al centro di una delle novità più rilevanti: benché condannato a morte dal decreto legislativo sulla riforma dei ministeri, infatti, l’organismo sopravviverà e, a conti fatti, pur cambiando funzioni, finirà con il crescere dagli attuali 50 a 60 componenti. Un "miracolo" reso possibile dallo sdoppiamento dei ruoli: il Secit in quanto tale entrerà, con 30 ispettori, a far parte dello staff alle dirette dipendenze del ministro, con incarichi di studio sulla politica economica e tributaria ma, soprattutto, con compiti di controllo sulla Guardia di Finanza. Altri 30 dirigenti passeranno, invece, al dipartimento per le Politiche fiscali, assumendo la veste di "consiglieri fiscali". Si tratta di una nuova figura, che il ministro potrà scegliere fra esponenti "di particolare, elevata competenza ed esperienza professionale, maturata in campo giuridico, finanziario, tributario, economico, statistico, contabile e aziendalistico", con funzioni di studio e analisi.
Quanto alle otto direzioni del dipartimento, la bozza definitiva conferma lo sdoppiamento fra la struttura che si occuperà degli studi per le politiche economico-fiscali e quella per le politiche giuridico-tributarie. Gli altri uffici si occuperanno di agenzie ed enti della fiscalità, gestione delle risorse, relazioni internazionali, federalismo fiscale, comunicazione istituzionale e coordinamento delle tecnologie informatiche.
Vengono istituzionalizzati la consulta nazionale (a livello centrale) e i comitati tributari (su basi territoriali) ma, a sorpresa, viene rivitalizzato anche il Consiglio superiore delle Finanze, del quale, oltre ai membri di diritto (il capo del dipartimento, i direttori delle Agenzie, il comandante della Guardia di Finanza e il responsabile dei Monopòli), faranno parte anche 20 esperti nominati dal presidente della Repubblica su proposta del ministro delle Finanze.
L’assetto organizzativo conferma, insomma, una forte propensione ai ruoli di studio e analisi, mentre le funzioni di controllo e il monitoraggio sull’attività delle Agenzie faranno perno essenzialmente sul nuovo Servizio di vigilanza, che dovrà valutare l’esercizio delle funzioni fiscali sotto i profili della "trasparenza, imparzialità e correttezza".



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Data ultimo aggiornamento8-11-2000
Aggiornato da CTLSU